venerdì, Aprile 19, 2024
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Michael Moore ha pronto un nuovo documentario che colpirà duramente Trump

 

Il regista Michael Moore è famoso per aver sempre cercato di individuare la realtà dei fatti e per averla trasformata in una pellicola cinematografica. Nel 2003 ha vinto l’Oscar per il Miglior Documentario con “Bowling a Columbine”, sul tema della proliferazione di armi e sulla cultura della violenza negli Stati Uniti. Solo due anni dopo è uscito “Fahrenheit 9/11” che, in concorso al Festival di Cannes, ha vinto la Palma d’Oro, cosa che non succedeva dal 1956; la pellicola si concentra sui presunti legami della famiglia Bush con la reale saudita e quella di Bin Laden e per questo perde la distribuzione da parte della Disney ed è al centro di violente critiche da parte dei più conservatori. Queste critiche, però non hanno fatto altro che mettere il documentario al centro dell’attenzione ed è diventato, con 220 milioni incassati internazionalmente, il documentario più visto di sempre.

Ieri Moore ha annunciato che ha già pronto un nuovo documentario intitolato “Fahrenheit 11/9”: il titolo, che ovviamente richiama il precedente successo, si riferisce anche alla data dell’investitura presidenziale di Donald Trump. Il regista ha scelto di attaccare il Presidente poiché crede che sia un pericolo per il nostro mondo e lui stesso ha correttamente predetto l’elezione di Trump semplicemente guardando i risultati del Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.

Moore ha scelto lo stesso team con il quale aveva lavorato a “Fahrenheit 9/11” e ha girato il tutto in grande segreto, fino a questo momento.

Il regista ha motivato la sua scelta di trattare Trump con queste parole: “Non importa cosa gli scagli contro, non ha funzionato. Non importa cosa venga rivelato, lui ricade sempre in piedi. I fatti, la realtà, l’intelligenza non riescono a vincerlo. Anche quando si fa del male da solo, si sveglia la mattina dopo e continua e twitta. Tutto questo finirà con questo film”.

Ad occuparsi della distribuzione di questa nuova “bomba” di Moore saranno ancora una volta i fratelli Weinstein, fondatori della Miramax. I due hanno affermato che questo documentario (che hanno chiamato “una rivoluzione”) avrà un piano di distribuzione mai visto prima poiché c’è bisogno, ora più che mai, di persone come Moore sempre affamate di verità.

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