giovedì, Marzo 28, 2024
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I miglioramenti che Frank de Boer ha apportato all’Inter di Mancini

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Le tre vittorie consecutive che l’Inter ha ottenuto tra Pescara, Juventus ed Empoli hanno consentito ai nerazzurri di iscriversi ufficialmente alla lotta per entrare in Champions League. Autore di questa rinascita è ovviamente l’allenatore Frank De Boer che nonostante gli scetticismi iniziali sta cominciando a forgiare la squadra secondo le sue idee di gioco e ne sta già raccogliendo i risultati. I paragoni tra lui e Roberto Mancini sono iniziati e molti pensano che questa Inter abbia le qualità per rimanere al vertice di questa Serie A e non crollare improvvisamente come accadde la stagione scorsa quando a gennaio la squadra si sgretolò letteralmente. Stamattina sulle colonne de La Gazzetta dello Sport Mirko Graziano ha provato a delineare cos’ha di diverso questa Inter da quella del Mancio.

La prima cosa importante è l‘innalzamento del tasso tecnico grazie agli acquisti di Banega e João Mário (che è stato paragonato a Xavi da Paolo Condò). Il portoghese in particolare ha dimostrato di saper toccare il pallone come pochi e di riuscire sempre a gestirlo a centrocampo. Entrambi possono ricoprire tutti i ruoli della linea mediana fornendo sempre un’ottima qualità, cosa che l’Inter l’anno scorso non aveva. I numeri della squadra sono quasi tutti migliorati: la linea difensiva del fuorigioco si è alzata di 7.3 metri (dai 25.1 dell’anno scorso agli attuali 32.4); gli intercetti sono cresciuti di 7.07 (12.6 contro 19.67); le sponde migliorate addirittura di 12.8 (9.2 contro 22); piccolo aumento anche dei tiri in porta con gli attuali 11.33 in confronto agli 8 della passata stagione.

Infine quest’anno la solidità e l’impegno del gruppo Suning sembrano essere finalmente venuti fuori. Dopo lo scoppiettante mercato estivo in cui è stata spesa una considerevole quantità di denaro, in futuro si potrà fare ancora di più. È di qualche giorno fa la notizia che l’Inter addirittura aveva provato a prendere James Rodríguez dal Real Madrid, ma il colombiano ha preferito poi restare in Spagna. Se questi sono i presupposti significa che i soldi che i cinesi possono (e a questo punto anche vogliono) investire nella squadra hanno pochi limiti, e questo non può che portare vantaggi.