Il terremoto è avvenuto la notte dopo la sagra tipica del paese, qui la testimonianza del ragazzo che ora è ricoverato a Rieti mentre la fidanzata è a Chieti.
“Ad un certo punto mi sono caduti i massi addosso e ho urlato più volte aiuto. Poi alla seconda scossa, circa dopo un’ora, i calcinacci hanno ostruito la bocca e non mi permettevano di respirare. Mi consideravo ormai morto. Fortunatamente avevo una mano bloccata fuori dalle macerie. Ad un certo punto due ragazzi islamici, tra quelli che Amatrice ospita pagandogli l’affitto della casa affianco la mia, tanto gentili si sono arrampicati sulle macerie. Appena hanno visto la mia mano hanno cominciato a scavare e mi hanno estratto la testa. Una volta fuori si sentiva ancora urlare: era la mia ragazza che era ancora più sotto. Così tutti e tre insieme l’abbiamo recuperata. Non ho notizie invece dei miei genitori.”
Nel frattempo anche i migranti del Gruppo Umana Solidarietà della provincia di Ascoli Piceno stanno lavorando per la costruzione di un centro operativo comunale nelle vicinanze di Arquata, località fra le più colpite dal sisma. Sono 30 unità divise in due gruppi. Il loro compito, per ora, è quello di ripulire un campo ai margini della Salaria dove saranno installate le strutture del centro che fungerà da punto di raccordo decisionale e operativo fra le varie realtà che stanno gestendo l’emergenza.