Alvaro Morata, centravanti della Juventus e della nazionale spagnola, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di El Pais, soffermandosi sulle critiche ricevute e sul futuro in bianconero. Ecco un estratto delle dichiarazioni:
“Nessuno è perfetto, non siamo macchine, so cosa mi viene richiesto. Le critiche e i fischi non mi fanno arrabbiare, anche se mi dà fastidio. Ma l’odio no. Dentro il campo possono insultarmi o sputare, ma fuori quando vado a passeggio io, o mia moglie, con i miei figli, no, è diverso.
Sono stato fuori quasi un mese e nella fretta di rientrare non stavo bene fisicamente. Ho dovuto lavorare molto per la squadra e non ero lucido per fare gol.
Le ultime partite le ho giocate a sinistra, quasi coprendo la fascia, ma l’importante è giocare e fare quello che chiede l’allenatore. Ovviamente mi piacerebbe giocare meglio e segnare più gol. Prima dell’infortunio stavo bene.
Siamo tutti sotto pressione, dato che sono in prestito può darsi che le persone parlino e mi guardino di più, ma quando non sei il padrone del tuo destino, l’unica cosa che puoi fare è lavorare”.