Nella sua casa di Castelfranco Veneto, a 89 anni, è morta Tina Anselmi, prima donna a ricoprire la carica ministeriale. Nel 1976 fu nominata titolare del dicastero del lavoro e della previdenza sociale nel governo presieduto da Giulio Andreotti; fu inoltre eletta più volte Parlamentare della Democrazia Cristiana.
Dopo aver ricoperto la carica di ministro del lavoro fu nominata ministro della salute nel quarto e quinto governo Andreotti: con il suo nome ricordiamo una riforma datata 1981 che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Fino al 1985 è stata anche impegnata come presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2.
Il premier Matteo Renzi la ricorda con parole di commemorazione: “Con Tina Anselmi scompare una figura esemplare della storia repubblicana. Partigiana, sindacalista, impegnata nella vita politica e nelle istituzioni, prima donna ministro della storia italiana. Il suo impegno per le pari opportunità e contro la P2 e la sua personalità forte e discreta ne hanno fatto un esempio per chiunque creda alla politica come passione per la libertà. Ai familiari il cordoglio mio personale e di tutto il governo”
Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme e delle Pari Opportunità la ricorda con un post sulla sua bacheca Facebook “Tina Anselmi c’è stata e il mondo lo ha cambiato. Tina Anselmi si è impegnata per conquistare nuovi diritti per tutte e tutti ricordandoci che ‘nessuna conquista è definitiva’.”
Infine, la presidente della Camera, Laura Boldrini, la ricorda con un tweet: “Partigiana, prima donna ministra, inflessibile avversaria dei poteri occulti. Con Tina Anselmi se ne va una madre della democrazia italiana”