morto in un raid Americano il leader Talebano Akhtar Mansour

Duro colpo inferto alla fazione fondamentalista Talebana, tristemente nota per essere stata al governo dell’ Afgnanistan dal 1996 al 2001 , anno in cui l’operazione Americana “Enduring  freedom” pose fine al loro regime. Ahktar Mansour, successore designato dello storico Mullah Omar, sarebbe caduto vittima di un raid aereo, che secondo le fonti ufficiali sarebbe stato autorizzato da Barack Obama in persona. La testata Afgana Kabul News è stata la prima agenzia a diffondere la notizia , usando comunque toni vaghi e fonti non sicure. Ad accuire il  ” giallo” ci ha pensato più tardi un altra emittente Afgana secondo cui l’attacco Americano avrebbe mancato il bersaglio, colpendo addirittura un Taxi, notizia comunque che è risultata fin da subito essere a dir poco improbabile, visto la zona remota dove si sono svolti i fatti. Il Pentagono dopo questa iniziale fuga di notizie , si è assunto tramite il suo portavoce, la responsabilità dell’accaduto, rivendicando inoltre l’importante risultato raggiunto nella lotta al terrorismo internazionale. Mansour era scampato nel recente passato ad altri tentativi di omicidio, l’ultima volta la fuga da una sparatoria gli era costata alcune ferite, il suo ruolo di comando non convinceva tutte le anime estremiste, alcune frange Talebane lo accusavano da tempo di essere un semplice burattino filo- Pakistano, tra tutti i “dissidenti” si è distinto il Mullah Moammad Rasoul, che ora rimasto privo del principale antagonista, dovrebbe assumere il ruolo di comandante. I dubbi riguardanti l’effettiva morte di Monsour si sono dissolti quando i portavoce Talebani hanno riconosciuto la morte del loro leader. Il governo Afgano ha salutato la notizia in maniera positiva, la lotta al terrorismo Jihadista è uno dei maggiori freni alla normalizzazione politica e sociale del paese, sembra quasi impossibile che la lotta armata dei terroristi possa ricondurli al potere , anche se i talebani restano tuttora una importante forza numerica, capace di ricevere fondi e combattenti da paesi esteri.