mercoledì, Aprile 24, 2024
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Music Talk – COMETE racconta il suo nuovo singolo “Naftalina” e la sua voglia di tornare a suonare dal vivo

Nuovo appuntamento con #MusicTalk, oggi il nostro ospite è COMETE. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui per scoprire qualche retroscena sul suo nuovo singolo “Naftalina” e qualche curiosità su di lui. Buona lettura!

Ciao Eugenio, presentati in breve ai nostri lettori; quando e come è iniziato il tuo percorso?

Ho cominciato a cantare e suonare in parrocchia, ero piccolo e mi piaceva molto prendere la chitarra e strimpellare, poi sono nate le prime canzoncine al liceo e le demo che facevo girare a scuola, con il tempo ho capito che era la strada giusta per me e che era la mia passione. Fino ai 20 anni facevo le prime seratine e le esperienze su piccoli palchi per arrivare poi a capire dopo tanti lavoretti e l’Università che ho lasciato, che volevo fare musica. Ho iniziato a suonare per strada e a bussare a tutte le porte per far sentire quello che facevo, questo fino ad X Factor, quella porta che poi si è aperta.

Fonte: foto autorizzata alla pubblicazione da Loud Promotion

“Naftalina” è il tuo nuovo singolo, com’è nato? 

Naftalina era un pezzo che era nel cassetto da molto tempo, volevo farlo uscire da tanto e aspettavo il momento giusto. È il singolo che precede un album che uscirà prossimamente. Quasi tutte le canzoni uscite le ho scritte molto tempo fa, me le portavo appresso da un po’ e non vedevo l’ora di farle uscire. 

Come avviene il processo creativo per te? Una canzone nasce da una melodia o parti da un testo per poi adattarci una musica?

Io parto da un’idea. La canzone “vincente”, quella che rimane, che so che ha potenziale, nasce da una frase e da un concetto forte e chiaro, so già cosa voglio dire. Spesso nasce per strada, mi segno la nota sul telefono e poi mi viene in mente come potrei cantarla. Accenno una piccola melodia e poi quando torno a casa mi metto alla chitarra o alla tastiera e mi viene il seguito. Mi capita magari di scrivere con dei Producer che hanno già delle basi e lì allora ti fai ispirare dalla musica e dalle immagini che evoca. Ad esempio “Naftalina” è nata in ascensore, in quel momento particolare in cui prendi il telefono in mano anche se non devi fare niente (anche perchè non prende!) perché c’è quella persona affianco a te a cui dici “buonasera” “buonasera, io vado al settimo piano” e lì ho pensato a quel momento che sembra quasi ciò che succede quando le cose non vanno più in una storia e ti trovi a pensare che conosci quella persona ma ti sembra una persona con cui non c’è più quella spontaneità.

Lì è nato “A volte con te è come stare in ascensore con un estraneo, guardarsi allo specchio e respirare piano”, poi sono tornato a casa e ho cominciato a scrivere il continuo ed è nata in poco tempo. Quando parto così sono più contento e motivato.

Che impatto ha avuto la quarantena sulla tua creatività?

All’inizio era un momento nuovo quindi c’era qualcosa cosa di nuovo da dire… poi è subentrata un po’ la quotidianità che ha spento un po’ gli stimoli. All’inizio ho scritto “Ma tu” e altre canzoni che forse usciranno più avanti. 

Ho scritto molto anche per altri in questi mesi. Quest’ultimo periodo invece è un periodo in cui vorrei suonare e fare molto, questo tumulto mi porta a non essere concentrato, cerco di scrivere ma vorrei cantare quello che ho già fatto, le altre canzoni già uscite. Non vedo l’ora di capire anche come vanno, se piacciono, se la gente entra in questo mondo, capire cosa colpisce. Ci vuole costanza, nonostante il periodo io continuo a scrivere anche se a volte manca lo stimolo dell’altro. Io scrivo soprattutto in funzione degli altri e quindi se stai sempre con te stesso dopo un po’ finisci le cose da dire.

Cosa pensi di Milano? Come ti trovi?

Milano mi piace tantissimo. Non c’è una città dove si vive meglio. Rispetto a Roma è piccola, te la puoi vivere come se fosse un grande paese. Roma è gigantesca, si parla quasi una lingua diversa nei vari quartieri. Milano te le giri in un giorno e la vivi. Se hai qualcosa da dire e da fare Milano è il posto giusto, è una città cosmopolita. È tutto lì. Per la musica c’è tutto. Mi piacerebbe che a Roma ci fosse una realtà musicale più grande. 

Se potessi scegliere degli artisti con cui collaborare, chi sarebbero?

Internazionale ti direi Childish Gambino, Frank Ocean, Red hot Chilli Peppers, Ed Sheeran. Io mi ispiro a tante realtà, ascolto di tutto. Mi piace ascoltare cose nuove. Non vado per generi ma per canzoni. Ci vorrebbe un forum di ascolti perché ora si può ascoltare veramente di tutto ma spesso ci troviamo a sentire sempre le stesse canzoni. Mi ricordo quando ero piccolo che avevo un amico più grande che mi consigliava artisti che non conoscevo, i dischi di Frank Zappa, The Smashing Pumpkins, The Smiths, The Cure, ci passavamo le canzoni con l’hard disk, poi mp3, avevo mille file. Avendo vissuto quei tempi lì ora è molto bello ascoltare musica ed è molto più facile. Il mezzo è talmente veloce che poi si riflette anche nella produzione e a volte si perde anche un po’ di qualità. 

Su quale palco ti piacerebbe suonare quando sarà possibile?

Io ho suonato per 4/5 anni per strada e dalla strada venivano fuori seratine in locali, festival, suonavo continuamente. Questa cosa mi manca tantissimo quindi spero di ricominciare ora che è uscito il mio progetto. Sono pronto a fare uscire il disco e suonare ovunque, stiamo cercando di fare il possibile per fare qualcosa. La musica per me è live, il lato discografico è importante ma è l’input per poi suonare live. Io sono un cantautore ma anche un fruitore di musica quindi non posso né cantare né andare ad ascoltarla quindi non è bellissimo.. è importante la salute, l’aspetto economico ma anche l’aspetto sociale, la fruizione dell’arte e della cultura. Senza i rapporti sociali manca quella scintilla. 

 

 

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