Naike Rivelli, recentemente, è stata ospite a “One more time”. Durante l’intervista, si è messa a nudo, raccontando ogni aspetto della sua vita.
La cantante per un periodo è stata vittima della dipendenza da droghe. Come ha spiegato, l’uso di stupefacenti è molto comune nel suo ambiente lavorativo. All’età di 29 anni, anche lei è stata risucchiata dal vortice della cocaina, che ha definito la droga più “infima”. A riguardo, si è espressa dicendo: “C’erano molte persone che facevano uso di sostanze per mantenersi svegli, e per un certo periodo ci sono cascata anch’io, anche se tendenzialmente sono pro-cannabis quindi tendo a cercare l’effetto opposto. Preferisco il relax. Fu un periodo buio. Ero circondata da molte persone, ho letteralmente respirato questo ambiente”.
All’epoca era già madre ed è stato proprio suo figlio a riportarla alla realtà. Una mattina, nonostante stesse vivendo un periodo florido, cadde in preda ad una crisi. Stava facendo colazione, quando Akash la trovò, grondante di lacrime. É stato in quel momento che ha avvertito l’esigenza di cambiare. Tramite l’aiuto dei suoi parenti e degli amici, è riuscita ad allontanarsi da questo mondo.
Per un periodo, l’attrice ha sofferto anche di disturbi alimentari. La sua alimentazione consisteva nel bere solo succhi, che poi andava in bagno a vomitare. In realtà, alla base della sua anoressia, come le ha spiegato lo psicologo, c’era una mancanza d’affetto per la sua persona. Non voleva bene ne a sé ne al suo corpo.
Probabilmente, questi eventi hanno inciso sull‘arrivo precoce della menopausa. Nel suo caso, iniziata a 41 anni. Descrivendo questo tassello importante, ha detto: “L’ho vissuta malissimo. Dopo nove anni di calvario in menopausa, dove non dormivo tutte le notti, ho pensato al suicidio. Vai fuori di testa. La mia ginecologa adesso mi ha aiutata a stare meglio con una cura: ridormo e sono un’altra persona. Nessuno capiva, poi ho iniziato ad avere problemi importanti: depressione, tristezza, affanno, agitazione. E questa cosa delle caldane, sudavo e mi sembrava mi avessero buttato un secchio d’acqua in faccia. Non bisogna perdere la speranza, bisogna trovare il medico giusto, perché non puoi vivere la situazione che ho vissuto io per nove anni. La cura giusta, magari è diversa per ognuna, però c’è”.