sabato, Aprile 20, 2024
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Napoli, altro che “fase due”, alle pizzerie negato anche il delivery. Sorbillo: “Dovrò chiudere”

La Campania continua a essere zona off-limits per quanto riguarda i servizi di delivery alimentari. I tanti locali di ristorazione contavano, infatti, esclusivamente sulle consegne a domicilio per far fronte alla mancanza di clienti imposta dal periodo. Purtroppo per loro le tante ordinanze del Governatore De Luca hanno disposto lo stop anche ai servizi di rider e pony express che facevano da tramite tra locali e pubblico.

Il Coronavirus, dunque, diventa banco di prova per tante attività commerciali che adesso vedono del tutto azzerate le loro entrate. Mentre in Italia si prova a pensare ai prossimi passi per allentare la morsa dell’austerity imposta da inizio marzo, nel Palazzo di Regione si bada a mantenere il più possibile sotto controllo ogni aspetto della vita sociale.

Certo, non mancano alla volta del Presidente De Luca gli accorati appelli dei tanti gestori che, a meno di interventi economici di sussistenza, potranno addirittura arrivare a vedere lo spettro della chiusura. A fare da virtuale rappresentante dei tanti imprenditori del reparto alimentare ci ha pensato Gino Sorbillo che a NapoliToday ha dichiarato: “La situazione è tragica. Non abbiamo indicazioni, non vediamo sbloccato il delivery. Abbiamo fatto numerosi appelli, anche a De Luca, per sperare di aprire uno spiraglio per un confronto almeno. Anche perché abbiamo dimostrato da subito serietà. Ma da allora non si vede nulla di nuovo“.

A chi gli chiede se le tante imprese del reparto si siano attrezzate adeguatamente per gestire lo spauracchio del contagio, il celebre “pizzaiolo” risponde: “In queste settimane viene consegnato di tutto, anche beni non di prima necessità. La pizza lo è, ma non può essere consegnata. La nostra pizza consentirebbe alle persone di ricevere un pasto primario completo caldo. E poi mi chiedo perché i panifici possono vendere le pizzette che spesso poi vengono anche vendute fredde in vetrina e contaminate? Noi la impacchettiamo appena uscita. Cuoce a 450 gradi, davanti al banco e la chiudiamo appena esce nel forno nel box. Poi viene avvolta nella pellicola sicura al 100% e consegnata al fattorino con zero rischi.“

La situazione, a sentire Sorbillo, sembrerebbe davvero drammatica tanto che le conseguenze potrebbero presto diventare dure da affrontare, esasperando il già fragile panorama gastronomico regionale. “Avendo costi di gestione molto alti, in questo modo non possiamo andare avanti. Se le cose continuano così io rischio di dover chiudere qualche mia pizzeria. Ci sto pensando seriamente”.

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