martedì, Marzo 19, 2024
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Napoli, Gabbiadini carpe diem: l’occasione che l’attaccante non può mancare

In casa Napoli l’infortunio di Arkadiusz Milik ha gettato nello sconforto tutta la tifoseria partenopea, la quale già idolatrava il polacco che stava facendo dimenticare la ferita Higuain a suon di gol. L’ex Ajax si era infatti già ambientato alla perfezione nel campionato italiano e negli schemi di Maurizio Sarri, segnando sette gol nelle prime nove uscite con la maglia azzurra. Tra le tante lacrime versate per Milik, nel centro sportivo di Castel Volturno qualcuno può implicitamente sorridere per l’occasione che il destino gli ha riservato: è Manolo Gabbiadini, professione paziente, nel senso proprio del termine. Colui che ha la virtù della pazienza. L’ex Samp, da quando si è trasferito sotto il Vesuvio, si è sempre seduto in panchina in attesa del treno che l’avrebbe fatto diventare grande, mentre Higuain illuminava il San Paolo lui non poteva far altro che applaudire, con ammirazione ma anche un pizzico di invidia ed egoismo, qualità fondamentale per un attaccante di razza.

PRIMA PIPITA, POI AREK – La partenza del “Pipita” sembrava essere quella scintilla che avrebbe potuto far accendere il suo fuoco, ma nella delusione e rabbia della folla napoletana per la cessione dell’argentino, urgeva un rinforzo, un nome per dare un segnale forte, una dichiarazione a caratteri cubitali del non ridimensionamento della squadra. Ed è arrivato Milik. Mentre De Laurentiis ed il direttore sportivo Giuntoli cercavano di inserirsi nei malumori contrattuali tra l’Inter ed Icardi (e sua moglie) per portare l’argentino, prima vera scelta e sogno proibito di Maurizio Sarri, offerte su offerte arrivavano in via del maio di porto per Manolo Gabbiadini. Tutte rispedite al mittente. Manolo non si muove. Resta a Napoli, in panchina, a pazientare. Intanto Milik inizia a segnare con regolarità e la strada verso la titolarità è sempre più in salita. Eppure il giocatore classe 1991 ha una media gol importante con il Napoli, avendo segnato 21 reti in 69 partite, nonostante questo è sempre stato costretto a vivere all’ombra di qualcun’altro.

CARPE DIEM – Ora l’incidente occorso a Milik in nazionale è l’occasione che Gabbiadini non può lasciarsi scappare, per abbandonare definitivamente il posto in panchina e giocare con regolarità, per dimostrare a tutti che la pazienza è sì la virtù dei forti, ma i forti, quelli veramente forti, stanno in campo, segnano e fanno vincere la propria squadra. Il detto leopardiano “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere” non vale in ambito calcistico, l’attesa degenera in frustrazione e perdita di consapevolezza dei propri mezzi, il vouyerismo non è contemplato, soprattutto tra gli attaccanti, eccitati solo dal campo e dal gol. La rabbia accumulata da Gabbiadini in questo lungo soggiorno in stazione San Paolo potrebbe essere finita, il treno sta arrivando, sta solo a lui cogliere l’attimo e salire, per diventare la nuova anima di Napoli, altrimenti verrà ricordato solo come Manolo “il paziente”.

IL MERCATO DEGLI SVINCOLATI – Il Fifa protection program, norma con la quale la massima autorità calcistica si impegna a risarcire con un importante indennizzo le società detentrici del cartellino dei giocatori infortunatisi con la maglia della propria nazionale, promuove, in un certo senso, l’eventualità per il Napoli di intervenire sul mercato degli svincolati al fine di sostituire Milik. I nomi che si sono fatti in questi giorni vanno dal sempreverde Miroslav Klose, anni 38, che non ha ancora deciso il proprio futuro, in bilico tra un ritorno in Germania ed un esilio in Cina o nella MLS americana, soluzioni che garantirebbero al tedesco un lauto compenso. Alternative meno appetite sono quelle che portano a Dimitar Berbatov, classe 1981, che ha giocato l’ultima stagione in Grecia con la divisa del Paok Salonicco ed Emmanuel Adebayor, più giovane del bulgaro di 3 anni e seguito in estate anche dal Cagliari. Le alternative per sostituire Milik sono quindi molte, ma l’ipotesi più calda ed immediata è quella che vede la promozione dalla primavera del giovane Antonio Negro, che è stato più volte convocato da Maurizio Sarri ad allenarsi con la prima squadra e che potrebbe iniziare a farlo in pianta stabile. Soluzione che garantirebbe a Gabbiadini di giocare finalmente senza la pressione competitiva di un altro attaccante di nome. Finalmente.