venerdì, Aprile 19, 2024
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Napoli, il tassista che continua a sognare

Ha passato la sua gioventù a studiare, ha faticato per prendere quel 110 e lode in sociologia all’Università di Napoli. Poi, le bollette da pagare, i conti in rosso e il bisogno di avere uno stipendio hanno avuto la meglio. Così Massimo Aragione o meglio il dottor Massimo Aragione ha incominciato a fare il tassista. Ma della sua laurea e della sua voglia di imparare non si è mai dimenticato; infatti, esposta proprio lì vicino al “prezzario” c’è la laurea in Sociologia.

La tiene in bella mostra un po’ per ricordo e un po’ per speranza. E a voleri contare sulla dita di una mano i motivi principalmente sono tre:  «Uno – racconta Massimo- perché questo taxi è il mio studio, il mio lavoro, il posto in cui vivo gran parte della mia giornata. Due: per provocazione rispetto a tutti quelli che dicono che noi ragazzi non abbiamo voglia di fare nulla e che siamo dei bamboccioni. Io mi sono rimboccato le maniche. Ho appeso la laurea alla poltrona del mio taxi e lavoro otto ore al giorno in una città folle, in cui guidare è una vera avventura. E terzo perché spero nel colpo di fortuna, magari prendo un passeggero importante che legge della mia laurea, mi fa un colloquio e mi offre un posto di lavoro».

La storia di Massimo, oramai 39enne, è un copione che, purtroppo, in questi anni sta circolando sempre di più; è la storia del giovane che è costretto ad abbandonare i suoi sogni e a rimboccarsi le maniche. Ma Massimo sa che tra tutti questi giovani, lui, forse, è anche stato fortunato, perché ha potuto trovare un’altra occupazione:  «È un lavoro che faccio con orgoglio- dice serenamente Massimo-. Mio padre era tassista e ha sempre mantenuto la famiglia. Io ho studiato con i soldi del taxi di mio padre». I genitori lo hanno sempre incoraggiato e Massimo non ha perso una sola occasione: si è spostato a Verona, poi a Dublino e poi di nuovo a casa, vicino alla sua famiglia. Ma qui la realtà lo ha buttato giù dal letto e così si è rimboccato le maniche.

Ma i sogni restano e Massimo spera ancora: «Ho cercato lavoro e lo cerco tutt’ora, mandando curriculum ovunque, intanto ho preso il lavoro che ho trovato, che ho visto fare a mio padre per tutta la vita, fino a quando non è andato in pensione. Faccio il tassista da 14 anni e ho comprato la mia licenza con un mutuo decennale. Non è facile andare avanti ogni giorno. Non è facile il rapporto con la città, con i colleghi, con i clienti, ma la laurea appesa dietro al sedile mi ricorda però di continuare a sognare in un’Italia meritocratica, in cui chi studia e non molla, va avanti». Intanto, mentre parla, guida il taxi e sorride.

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