martedì, Aprile 23, 2024
HomeSportCalcioCom'è nata la Champions League?

Com’è nata la Champions League?

La Champions League rappresenta la manifestazione del calcio al suo livello più alto. Le partite del martedì e mercoledì hanno una dimensione diversa, un’atmosfera speciale di cui difficilmente si può fare a meno. Ma come ha avuto origine quella che oggi è la regina delle coppe? Possiamo dire che sia nata quasi per caso o, meglio dire, per dispetto.

 

GLI INGLESI DEL WOLVERHAMPTON

La Champions è figlia della Coppa dei Campioni, nata a sua volta nel 1954. E come ogni tradizione calcistica che si rispetti ci sono per forza di mezzo gli inglesi che, da fondatori del football, si autodefiniscono da sempre “Master”, i maestri. Peccato che la realtà dimostrasse ben altro. Sbattuti fuori dapprima ai Mondiali del 1950 dai dilettanti degli Stati Uniti e successivamente ai Mondiali del 1954 dalla nazionale uruguaiana. E ancora peggio, gli inglese furono feriti nell’orgoglio nel 1953 quando il tempio di Wembley fu violato per la prima volta in assoluto dall’Ungheria di Puskás con il punteggio di 6-3. Gli inglesi chiesero la rivincita, questa volta in terra magiara, ma il risultato fu ancora più umiliante, 7-1. Fu così che il difficile compito di risollevare l’onore nazionale perduto fu affidato ai “Lupi” del Wolverhampton, ai tempi miglior squadra d’Inghilterra, oggi rilegata ai margini. Per festeggiare l’inaugurazione del Molineaux Stadium nel 1954, il Wolverhampton organizzò delle amichevoli con lo Spartak Mosca e l’Honvéd di Budapest. Vinse entrambe le partite: 4-0 ai russi e, dopo essere stati sotto di due gol, vittoria storica per 3-2 contro l’Honvéd, mitica squadra che forniva i giocatori migliori alla nazione ungherese (tra i quali il già citato Puskás). Era l’occasione che gli inglesi aspettavano. Il giorno seguente il quotidiano Daily Mail scrisse a caratteri cubitali “Il Wolverhampton è campione del mondo”, come a voler consacrare la propria superiorità al mondo intero.

 

LA FRANCIA NON CI STA

Ed è a questo punto della storia che intervengono i francesi i quali, quando si tratta di difendere la propria dignità utilizzando anche accesi toni nazionalistici, non sono secondi neppure agli inglesi. Il giornalista dell’Equipe Gabriel Hanot era presente alle amichevoli del Wolverhampton e non condivise affatto il trionfalismo degli inglesi. Non solo affermò che il Wolverhampton dovesse replicare le vittorie anche in terra straniera (Mosca e Budapest) ma che vi fossero anche altre squadre, come Milan e Real Madrid, che avrebbero potuto aspirare al titolo di “Campione del Mondo”. Mandò così alle stampe il suo pezzo in cui propose per la prima volta uno “Championnat d’Europe des clubs” che raccogliesse ogni società vincitrice del proprio campionato nazionale. L’idea piacque molto, e non a caso, ad un certo Santiago Bernabeu che, forte del suo super team, vinse le prime cinque edizioni della Coppa dei Campioni.

Sappiamo tutti come è andata a finire, la Coppa dalle grandi orecchie è diventata il trofeo più ambito e il sogno di ogni calciatore. Ma ancora di più, riprendendo le parole di Federico Buffa, quella vecchia Coppa dei Campioni è stato un fondamentale fenomeno sociale che, alla sua nascita negli anni ‘50, ha contribuito ad avvicinare tutta l’Europa e ad eliminare quelle barriere di diffidenza del secondo dopoguerra.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

ULTIMISSIME