mercoledì, Aprile 24, 2024
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Omicidio di Willy, i fratelli Bianchi: accolti tra sputi e insulti dagli altri detenuti

Fanno ancora parlare di loro i fratelli Bianchi, Gabriele e Marco, i presunti colpevoli dell’omicidio di Willy Monteiro, avvenuto il 6 settembre a Colleferro. Stando alle ricostruzioni fatte, insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, i due fratelli avrebbero picchiato a morte il 21enne. A far parlare, ora, è l’accoglienza ricevuta dagli altri detenuti del carcere Rebibbia.

ACCOLTI TRA SPUTI E INSULTI – “Non vi vogliamo”, questo hanno urlato i vari detenuti ai fratelli Bianchi, accogliendoli tra sputi e insulti. Attualmente in isolamento per le norme anti-Covid, Marco e Gabriele hanno chiesto di rimanere separati dagli altri detenuti, timorosi di poter essere oggetto di ritorsioni.

Oltre a questo evento, il Messaggero ha riportato la domanda che il 26enne e il 24enne avrebbero fatto poco prima di entrare nel carcere romano. “Ma adesso saremo costretti a bere l’acqua di rubinetto?”, proprio questo avrebbero domandato il 6 settembre, vista la loro ossessione per la forma fisica.

Il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, alla trasmissione L’Italia s’è desta ha detto fondata la richiesta dei legali dei Bianchi per quanto riguarda l’isolamento prolungato: “Se sui social si scrivono certe cose, quelle cose le possono pensare anche i detenuti. Ci sono tre principali tipologie di detenuti che necessitano di protezione: gli autori di reati sessuali o contro i minori, gli appartenenti alle forze dell’ordine e i collaboratori di giustizia. A queste categorie, per cui esistono le cosiddette sezioni protette, possono aggiungersi gli autori di quei reati che vengono considerati di particolare impatto mediatico o che hanno suscitato particolari reazioni nell’opinione pubblica”.

RICORSO AL TRIBUNALE DEL RIESAME – Questa settimana i legali dei due fratelli, Massimiliano e Mario Pica, dovrebbero far ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare. Una scelta presa per cercare di confutare le ragioni che hanno portato a cambiare il capo di imputazione da omicidio preterintenzionale a volontario.

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