giovedì, Marzo 28, 2024
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Osteopatia, ecco i dati sull’evidenza scientifica

Continuano le polemiche sull’efficacia delle medicine non convenzionali: sotto la lente della critica è finita ora l’osteopatia, con la dura presa di posizione di Davide Albertoni, consigliere nazionale Aifi, che ha definito gli studi sull’efficacia di questo approccio “pochi, molto eterogenei, di scarsa qualità metodologica, con placebo non adeguati, e i cui risultati spesso non mostrano alcuna efficacia”.

La risposta degli osteopati

Un attacco che ovviamente ha scatenato la reazione del Registro Osteopati d’Italia, l’associazione che raggruppa gli operatori del settore e a cui è iscritto anche l’istituto specializzato https://www.tcio.it/, realtà consolidata e riconosciuta sul panorama nazionale e internazionale. I professionisti dell’osteopatia non hanno “risposto per le rime”, ma si sono affidati a dati che comprovano come anche per questo approccio terapeutico esista l’evidenza scientifica.

Le evidenze scientifiche su PubMed

In particolare, il presidente del Roi Paola Sciomachen ha citato i dati delle pubblicazioni contenute su PubMed, la banca dati biomedica sviluppata dal National Center for Biotechnology Information presso la National Library of Medicine, in cui sono raggruppate e censite oltre 23 milioni di pubblicazioni scientifiche da tutto il mondo: ebbene, con la chiave di ricerca “osteopathic medicine” si ritrovano indicizzati oltre 8500 casi.

Una valutazione rigorosa

Inoltre, bisogna ricordare che le riviste e i loro articoli vengono archiviati su PubMed dopo una rigorosa valutazione metodologica, che segue un processo definito di peer review per la valutazione dei livelli di evidenza di ogni studio che viene inviato, in modo da assicurare la qualità dell’evidenza scientifica.

Problematiche comuni

Secondo Paola Sciomachen, allora, anziché attaccare l’osteopatia si dovrebbe ragionare sulle difficoltà relative alla qualità metodologica di tutte le tecniche che rientrano nella pratica clinica basata sull’evidenza: “Nello stesso mondo riabilitativo è in atto una discussione a livello mondiale su quale sia la metodologia più appropriata per condurre studi clinici su pazienti con differenti condizioni cliniche, che è lo stesso contesto a cui si rivolge l’osteopatia”, sottolinea la presidente del Roi, riconducendo anche i problemi di dimensione campionaria ridotta, effetto placebo ed errori sistematici alle altre metodologie.

La battaglia tra fisioterapia e osteopatia

La stessa fisioterapia, infatti, sconta le stesse problematiche a causa dello scarso numero di pubblicazioni e della scarsa qualità metodologica, che ne potrebbe inficiare l’efficacia agli occhi di operatori e soprattutto utenti. La differenza forte è che la fisioterapia è una professione sanitaria riconosciuta, mentre per l’osteopatia questo è un vulnus che continua a non essere superato (anche per l’ostracismo di altre categorie).

Quanto è diffusa l’osteopatia?

Per sensibilizzare l’opinione pubblica il Roi ha affidato una ricerca ad Eumetra Monterosa, istituto di primo piano a livello nazionale, per scoprire quale sia “L’opinione degli italiani sull’Osteopatia”: i risultati sono piuttosto interessanti, perché hanno consentito di fotografare la diffusione di questa pratica nel nostro Paese. In particolare, come spiegato da Renato Mannheimer, Advisory board dell’istituto di ricerca, su un campione di 800 casi ritenuto rappresentativo dell’universo della popolazione adulta italiana l’incidenza di chi si era affidato all’osteopatia si è affermata al 20 per cento.

10 milioni di pazienti in Italia

Questo ha consentito ai tecnici di proiettare il dato a tutta la popolazione nazionale, seguendo i principi delle valutazioni statistiche: in definitiva (e in parole chiare), secondo questo sondaggio quasi 10 milioni di italiani si sono sottoposti in questi anni a trattamenti di tipo osteopatico, a riprova della crescita di questa metodologia e dei suoi effetti positivi.

Un dato a cui va aggiunto il numero sempre crescente di italiani che si rivolgono alle cosiddette medicine alternative, alla ricerca di soluzioni che le tecniche tradizionali non riescono a garantire; il fenomeno più evidente è quello delle pratiche orientali come yoga e ayurveda, che oggi sono sempre più diffuse grazie anche alla possibilità di trovare online su siti specializzati come “Shankara” informazioni e prodotti che possono aiutare nella ricerca del benessere.