Dopo la sua canzone che ha fatto impazzire e ballare tutti: “Occidentali’s Karma” con cui ha vinto il Festival di Sanremo ed il quinto platino, il brano estivo “Tra le granite e le granate”, finito il caldo ed abbandonando le granite ed il mare Francesco Gabbani torna con un nuovo singolo nel suo stile innovativo ma soprattutto riflessivo: “Pachidermi e Pappagalli”.
Un brano ironico sul tema del complottismo, che racconta l’esigenza di avere sempre una teoria su qualcosa, fuggendo dalla realtà attraverso fantasiose cospirazioni, fatte di luoghi comuni. E’ una canzone dove la fuga è da intendersi come una ricerca di quello che potrebbe essere definito un nuovo credo religioso, che è il luogo comune. “Pachidermi e pappagalli” è un brano intelligente e non per le infinite citazioni da manuali che contiene, ma per il coraggio di scomporre cose già note dandogli il beneficio del dubbio.
“L’uomo è stato già clonato, fatto a pezzi, resuscitato
Si può campare a fieno, peggio il latte del veleno!
Non esiste prova alcuna dello sbarco sulla Luna
Le piramidi egiziane sono marziane!”
Gabbani in “Pachidermi e pappagalli” boicotta il reale e sovverte la dipendenza cronica da elaboratori di teorie, da cui tutti noi siamo inconsapevolmente affetti e in cui crediamo senza la missiva di prove certe. Lui stesso lo è, ne è consapevole e ci sguazza su.
“L’uomo ha la necessità di credere in qualcosa e spesso lo trova nelle tante, troppe, falsità di Internet. E’ una fuga da un certo tipo di cultura, attuata per provare ad essere anticonformisti, ma diventando così più conformisti dei conformisti”.
Così viene spiegato nel comunicato che accompagna “Pachidermi e pappagalli“, disponibile in radio e sulle principali piattaforme digitali dal 15 settembre. Il videoclip è stato girato interamente in Sardegna. Mostra un abbronzato Francesco che con sguardo ammiccante e solito viso da furbetto, è alle prese con inaspettate e sconvolgenti ricerche.
Lontano dall’universo digitale, Gabbani è a bordo di un vascello che solca le acque sarde, con lui, naturalmente ,troviamo un colorato pappagallo, unico superstite e cosa certa di un mondo che schiavo di un’ipocrita onniscienza è ridotto ormai alla deriva.