venerdì, Marzo 29, 2024
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Palermo, insegnante di religione intrattiene relazione con un’alunna 14enne

Baci e carezze tra un professore di religione e un’alunna 14enne. Amore per la ragazza. Abuso per il gip di Palermo. Infatti, nonostante la giovane abbia ripetuto più volte ai poliziotti di non essere stata violentata, resta l’accusa da parte del giudice Lorenzo Iannelli.

«L’indagato ha alquanto scorrettamente posto in essere una serie di condotte integranti un vero e proprio corteggiamento della piccola, con messaggi, attenzioni, confidenze improprie, tutto in aperto e frontale contrasto con i suoi doveri di insegnante di religione e in definitiva di adulto responsabile dell’educazione della minore a lui affidata». Queste le parole dell’ordinanza che hanno portato il docente palermitano di 47 anni agli arresti domiciliari. La storia è venuta a galla all’inizio di Gennaio scorso. I primi a scoprirlo sono stati i genitori della ragazza: «Mi diceva che si sarebbero sposati non appena fosse divenuta maggiorenne», dichiara la madre a verbale.

Per la giovane, infatti, quello era vero amore. Non c’era niente di male nei baci che lei e il professore, Giuseppe Puccio, si scambiavano.« Lo sapete anche voi perché sono qui – dice ai poliziotti della squadra mobile che l’ascoltano per la prima volta – sono innamorata di una persona più grande di me». Parla con voce ferma, sicura di quello che sta raccontando. «Non c’è un giorno in cui ho deciso di essere innamorata di lui. Considero il momento in cui abbiamo iniziato a stare insieme dalla data del primo bacio». Non tralascia neanche un dettaglio: «Era il pomeriggio del 4 settembre 2015. Eravamo davanti a una chiesa, io e Giuseppe ci siamo visti e dato che ero innamorata di lui ci siamo baciati». Poi fa una pausa e conclude: «Questa storia mi rende felice».

Tra le dichiarazioni che la ragazza dà alla polizia, emerge anche che il professore non si è mai spinto oltre il bacio. Una difesa perfetta per l’incriminato. Ma a quanto pare questo non basta. Infatti, secondo il giudice, nonostante non vi sia stato nessun rapporto vero e proprio, anche «un bacio appassionato costituisce espressione significativa di un atto sessuale». E il fatto che la ragazza fosse consenziente, non cambia le carte in tavola: lui è un insegnante di 47 anni, lei una ragazzina di 14.  A Puccio viene adesso contestata l’accusa di atti sessuali con minorenne, ipotesi aggravata dall’aver avuto la ragazza in affidamento «per ragioni di istruzione».

L’inchiesta, però, continua. I poliziotti della squadra mobile stanno cercando di capire se effettivamente la relazione sia iniziata quando la ragazza aveva 14 anni. Perché nel caso in cui non fosse così, la posizione del professore peggiorerebbe ancora di più.