Patrimonio dell’umanità dal 1980, Palmira vanta il primato di essere una città carovaniera di antichissima fondazione: perla archeologica di inestimabile valore, che i jihadisti vogliono cancellare.
I romani non riuscirono nella conquista della città, tanto che ne riconobbero l’autonomia e sotto l’imperatore Augusto si viveva in una convivenza pacifica. Sotto la regina Zenobia, Palmira prosperò: uno dei centri più potenti, luogo di cultura, commerci e scambi del Medio Oriente.
I resti archeologici che tutt’oggi troneggiano maestosi sono il teatro romano, risalente al II secolo d.C., un imponente colonnato, sarcofagi e statue dove la fusione di arte classica e il decorativismo dell’arte orientale si fondono i eccezionali esemplari. Il Tempio di Baal del I secolo d.C. sorto per celebrare culti misterici e bacchici.
Questa è solo una parte di quello che rischia di scomparire. Lo Stato Islamico parla così all’occidente: “Vi preoccupate delle pietre, ma da quattro anni non vi preoccupare dei corpi maciullati dei bambini”.
