Il match tra Parma e Napoli, dell’ultima giornata di Serie A, ha acceso un acceso dibattito sull’effettiva regolarità del gioco. Antonio Conte, tecnico degli azzurri, non ha nascosto il proprio disappunto per una partita che, soprattutto nella ripresa, è apparsa fortemente condizionata da continue interruzioni. Il secondo tempo, infatti, ha visto un susseguirsi di perdite di tempo, proteste, simulazioni e pause che hanno compromesso il ritmo e la qualità del gioco. Una situazione che, purtroppo, rappresenta un cattivo esempio per tutto il movimento calcistico italiano.
La posta in palio era altissima: il Napoli era in piena corsa per lo Scudetto e avrebbe avuto bisogno di un match giocato a pieno ritmo per esprimere il proprio potenziale. Invece, la partita si è trasformata in un continuo stop and go, dove le azioni fluide sono state rarissime. L’atmosfera del Tardini, calda e coinvolgente, non è bastata a evitare che la gara si trascinasse tra interruzioni e gestione esasperata del cronometro. È proprio in contesti come questi che emerge con forza l’esigenza di un cambiamento nelle regole.
Il dato più significativo che fotografa il problema riguarda il tempo effettivamente giocato nel secondo tempo come sottolineato dalla testata AreaNapoli.it: solo 23 minuti e 39 secondi. Un numero allarmante, se si considera che una frazione dovrebbe durare almeno il doppio. Questa anomalia rischia di compromettere non solo l’equità sportiva, ma anche l’esperienza degli spettatori, che si ritrovano a guardare una gara sempre più spezzettata e meno coinvolgente.
In altri campionati, come la Premier League, si è cercato di risolvere il problema introducendo una gestione più severa del recupero e una maggiore attenzione ai comportamenti antisportivi. Le partite inglesi, infatti, sono spesso apprezzate per l’intensità costante e il tempo di gioco più elevato. Un esempio virtuoso che il calcio italiano dovrebbe seriamente prendere in considerazione, per tornare a offrire uno spettacolo degno di questo nome.
L’idea di introdurre il tempo effettivo nel calcio non è più solo una proposta teorica, ma una necessità sempre più concreta. Permetterebbe di limitare le furbizie, ridurre il numero di simulazioni e tutelare l’integrità del gioco. Dopo quanto accaduto in Parma-Napoli, è evidente che il sistema attuale mostra dei limiti importanti. Per il bene dello sport, dei tifosi e degli stessi atleti, forse è arrivato il momento di cambiare rotta.