sabato, Aprile 20, 2024
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Paura delle femministe?

L’immagine comune della femminista è una donna sgraziata e tendenzialmente lesbica, che con prepotenza afferma la propria superiorità dichiarando gli uomini superflui. Una sintesi politicamente scorretta di quello che non diciamo ad alta voce. Solamente nel sentire “femminismo” percepiamo un senso di disagio. Gli uomini identificano le femministe come piantagrane, le donne come simboli, non solo di forza, ma di una mascolinità che sentono il bisogno di ripudiare. Battersi per i diritti delle donne è diventato sinonimo di odio verso il sesso opposto. Femminismo è una parola prepotente, aggressiva e soprattutto scomoda. Seppure semanticamente di parte, il termine in sé non implica alcuno sbilanciamento tra la percezione dei due sessi. Piuttosto è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti.

Gli stereotipi di genere sono un problema reale per tutti senza distinzioni. La guerra ai preconcetti è sicuramente dura, e la migliore strategia è giocare d’anticipo e rivolgendoci ai più piccoli. Per fortuna sessisti non si nasce, ma si diventa e si può rimediare. Dovremmo, fin da subito, spiegare ai ragazzini che “come una femminuccia” non è un insulto, e che un uomo sensibile non ha niente di sbagliato. Se una bambina dimostra attitudine al comando viene definita presuntuosa e prepotente. Un bambino con le stesse capacità ha invece il talento del leader. Una ragazza che piange deve essere consolata, un ragazzo deriso.

Il sessismo è qualcosa che logora le persone e la società senza alcun vantaggio. Perché un padre single è un eroe e una mamma single ha fatto solo il suo dovere? Inconsciamente riteniamo il ruolo di padre secondario, giustificando quelli disinteressati e santificando quelli presenti. Anche gli uomini meritano la parità di genere. Meritano di poter scegliere di stare a casa con i figli senza sentirsi devirilizzati. Le madri devono poter lavorare senza sentirsi egoiste. Viviamo in un epoca in cui, naturalmente, ci proclamiamo pari, ma la conversazione ci mette a disagio. Se il termine non ci piace cambiamolo, ma parlarne è importante. La fragilità non è diritto e prerogativa delle donne, la forza non è dovere e virtù degli uomini. Abbiamo l’obbligo, però, di affrontare un disagio necessario per rendere i bambini che amiamo degli adulti più liberi e più svegli di noi.

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