Tra l’inesorabile propagazione del COVID-19 e le nazionali della Serie A in arrivo, è scoppiata una vera e propria polemica. Le ASL regionali hanno infatti proibito ad alcuni giocatori di parteciparvi. Questo, a dire di molti, ingiustamente in quanto crea una situazione di disparità tra le squadre.
I CALCIATORI BLOCCATI – L’evento che numerosi appassionati aspettano con ansia rischia quindi di svolgersi più difficilmente del previsto. Nello specifico si trovano in svantaggio le squadre della Lazio, Fiorentina e di Roma.
Queste ultime infatti non potranno partire per partecipare ai nazionali, in quanto alcuni dei loro membri sono risultati positivi. Tra questi contiamo Edin Dzeko e Pietro Boer, entrambi della Roma. Ma anche Ciro Immobile, Lucas Leiva, Thomas Strakosha (tutti della Lazio) e José Maria Callejon (della squadra Fiorentina).
Per sicurezza quindi tali membri, e per estensione tutti gli altri, sono ora sotto osservazione da parte delle loro corrispettive ASL regionali. In altre parole sono “in bolla”. Contrariamente ai giocatori dell’Inter e di Genova, i quali hanno invece ricevuto il via libera.
L’INDIGNAZIONE DI MAROTTA – Riguardo la polemica delle nazionali di Serie A, Beppe Marotta è intervenuto al telefono con l’ANSA. Ecco cosa ha affermato il dirigente sportivo italiano e amministratore delegato dell’Inter.
«C’e’ un forte rammarico: invoco l’intervento del ministero dello sport. Questa situazione è iniqua, porta a un’alterazione della regolarità delle competizioni. È assurdo che le ASL si comportino in modo diverso da Roma 1 o Roma 2, o da Milano a Firenze».
«Fermo restando che ci sono i protocolli rigidi e che giustamente tutti dobbiamo rispettarli, c’è la zona d’ombra nella mancanza di centralità di questa gestione: e ogni ASL diventa centrale nella gestione dei club. Diventa ancor più di rilievo il mio allarme di qualche giorno fa, con la richiesta di ridurre gli impegni delle nazionali».