Il tutto è accaduto l’11 luglio in un night club a Praga, una “festa di addio” in onore del coronavirus. Un party che doveva in teoria rappresentare un nuovo inizio, ma che invece ha reso più reale e tangibile, ai suoi partecipanti, l’incubo appena “terminato”.
CONTAGI E PROPAGAZIONE DEL VIRUS – In seguito alla conclusione del lockdown mondiale, ognuno con il proprio ritmo ha ripreso la propria vita e quotidianità. Ma sebbene la causa che ha costretto tutti a barricarsi in casa sia ancora fresca nella mente dei cittadini, molti hanno già dimenticato. Diverse persone, intente a lasciarsi alle spalle il drammatico evento, preferiscono ignorare il pericolo. Questo nonostante sia tutt’ora attuale.
Passeggiate con gruppi numerosi di amici, bevute al bar e festeggiamenti nei night club appunto. Come se niente fosse e senza precauzioni. Nel nostro caso ci troviamo a Praga per una festa di addio, come già accennato, molto particolare. Particolare ma soprattutto non andata a buon fine. 15 su 17, i contagiati totali di coloro che volevano festeggiare il “lontano” ricordo del COVID. Ma il peggio deve ancora arrivare. Una volta finita la festa, ancora inconsapevoli di essere infetti, hanno involontariamente propagato il virus tra familiari e conoscenti.
A confermarlo è la direttrice dell’ufficio della sanità pubblica locale, Zdenka Jagrova. Quest’ultima rende noto il numero effettivo dei contagiati a seguito del piccolo party. Ben 68 persone, insieme ad altre 120, tutte finite in quarantena.
CALCIATORI INFETTI – Tra le vittime di questa propagazione del virus, ci sono anche calciatori. Tutti legati alle società calcistiche Sparta Praga, Boemia 1905 e Dukla Praga. Riserve per lo più, ma anche membri di squadre junior. I calciatori sarebbero stati infettati da una giovane donna entrata in contatto con loro. Questo perlomeno secondo alcune testimonianze.