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Presentato il Rapporto Mondiale della Felicità 2016: sull’Italia pesa la recessione

La nazione più felice al mondo? Secondo una classifica redatta dal Sustainable Development Solutions Network (SDSN) è la Danimarca. Gli altri paesi presenti nella top ten sono Svizzera, Islanda, Norvegia, Finlandia, Canada, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. E l’Italia? Solo 50esima.

Questo rapporto, che classifica 156 paesi in base al loro livello di felicità, è stato presentato a Roma, in una tre giorni di dibattiti che precedono la Giornata Mondiale della Felicità delle Nazioni Unite che ricorre il 20 marzo. Nella presentazione si legge: “La diffusa attenzione verso il rapporto, giunto alla sua quarta edizione, testimonia il crescente interesse a livello globale ad utilizzare la felicità ed il benessere soggettivo come indicatori primari della qualità dello sviluppo umano. Per tale ragione molti governi, comunità ed organizzazioni stanno usando i dati sulla felicità ed i risultati delle ricerche sul benessere soggettivo, al fine di promuovere politiche che supportino il miglioramento della qualità della vita”.

Il rapporto esamina in che modo le persone valutano la loro vita attraverso sette variabili: il PIL, l’aspettativa di vita, la libertà nelle scelte, l’assenza di corruzione, l’altruismo, il supporto sociale e, novità assoluta di quest’anno, la misurazione, e le conseguenze, della disuguaglianza nella distribuzione del benessere tra i vari paesi. Il risultato è che le persone sono più felici se vivono in una società in cui c’è meno disuguaglianza.

La misurazione della felicità percepita ed il raggiungimento del benessere dovrebbero essere attività all’ordine del giorno di ogni nazione che si propone di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile” – ha affermato Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University e curatore del rapporto. “Infatti gli obiettivi stessi comprendono l’idea che il benessere umano dovrebbe essere promosso attraverso un approccio olistico che combina obiettivi economici, sociali e ambientali. Al posto di adottare un approccio incentrato esclusivamente sulla crescita economica, dovremmo promuovere società prospere, giuste e sostenibili dal punto di vista ambientale“. E sull’Italia ha detto: “È tra i dieci paesi con il maggiore calo nella valutazione della felicità. Questi Paesi, in genere, soffrono di un insieme di tensioni economiche, politiche e sociali, infatti tre di questi paesi (Grecia, Italia e Spagna) sono tra i quattro paesi europei più colpiti dalla crisi”.

Le classifiche mostrano sia la coerenza sia il cambiamento” ha continuato Helliwell. “La coerenza riflette principalmente che le valutazioni si basano su circostanze della vita che di solito si evolvono lentamente, tutte ad alti livelli nei paesi migliori. Tuttavia, i cambiamenti duraturi nella qualità della vita hanno portato a grossi cambiamenti nei livelli di valutazione della vita e nelle classifiche, come dimostrano i molti paesi con grandi guadagni o perdite nei periodi dal 2005-2007 al 2013-2015. La felicità (intesa come soddisfazione della vita) è una misura sintetica molto importante a cui la politica e i media dovrebbero fare particolarmente attenzione perchè in grado di catturare tutti i fattori che incidono sulla soddisfazione dei cittadini”.

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