giovedì, Marzo 28, 2024
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Quagliarella: “Mi sono tolto un peso. Non avrei mai lasciato il Napoli per andare alla Juve”

L’attaccante napoletano Fabio Quagliarella ha deciso di raccontare il suo “incubo” alla trasmissione le “iene” andato in onda sulle frequenze Mediaset. La sua storia comincia quando, l’attaccante originario di Castellamare di Stabia (Napoli), nell’estate del 2009 venne acquistato dal Napoli di Aurelio De Laurentiis. Mentre il suo primo goal in maglia azzurra avviene due mesi dopo in campionato al San Paolo contro il Livorno. Ma da lì in poi per “Masaniello” (come veniva soprannominato nel suo periodo napoletano) iniziò un anno di inferno: mentre in campo segnava e “deliziava” i propri tifosi con grandi goal, contemporaneamente fuori dal campo incominciavano ad arrivare delle lettere “intimidatorie” la quale lo accusavano di “pedofilia”, avere amicizie con camorristi, “calcioscommesse” e di fare “uso di droghe”. Addirittura l’attaccante riceveva “minacce di morte”. Così decise di affidare il caso ad un suo amico, che lavora nella polizia postale, Raffaele Piccolo. L’amico nei primi mesi d’indagine assicurava Fabio che prima o poi sarebbe arrivato a scoprire chi era colui che mandava queste minacce (tramite delle lettere spedite a casa del giocatore). Intanto era già passato un anno. Fabio Quagliare nell’estate del 2010 si ritrovò ad indossare la maglia della Juventus contro la sua volontà. La società partenopea (dopo aver ricevuto un paio di lettere dallo stesso uomo che inviava le “minacce” all’attaccante) decise di mandarlo prima in prestito, poi a titolo definitivo a Torino, sponda bianconera. Da quel passaggio i tifosi partenopei non la presero bene: infatti gli stessi lo accusarono di “tradimento” e lo minacciarono di morte. Ma lui all’epoca non poteva reagire, non poteva dire la “verità” a quei tifosi che solo un anno fa lo “amavano” “Ho ascoltato tante cattiverie per il mio passaggio alla Juventus. Sono stato zitto perché c’erano delle indagini in corso, ma adesso posso chiarire: non sarei mai andato via dal Napoli, ero a casa mia”. Dopo tre stagioni passate alla Juventus (con vittoria di tre Scudetti e due supercoppe Italiane) l’ex Napoli incomincia a “pellegrinare” tra Torino e Genova (sponda blucerchiata) dove tutt’oggi si trova e dove lo stesso campione napoletano due settimane fa realizzò il goal del pareggio contro il Cagliari prima di venire a sapere che il tribunale aveva condannato quel suo “amico” a 4 anni e 8 mesi di carcereHo vissuto 4-5 anni da incubo, immaginare di non poter vivere serenamente al di fuori del calcio, soprattutto per la mia famiglia, è stata dura”. Ora l’attaccante può incominciare a “vivere”, visto che si è tolto dal cuore un peso “molto” grande per continuare a tenerselo dentro. Ora può gridare ai quei tifosi, suoi “paesani” che non avrebbe mai tradito il Napoli, la sua città, il luogo dov’è nato. Chissà se un giorno (da giocatore) possa tornare nella sua città (lui ci spera), ma per il momento l’attaccante napoletano dice di trovarsi molto bene nella Sampdoria dove si trova in ottimi rapporti con tifoseria e società.