mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Reddito di cittadinanza al capolinea? Renzi e il referendum per abolirlo

Il 28 gennaio del 2019 venne istituito con il Decreto Legge n°4, il Reddito di cittadinanza: una forma condizionata e non individuale di reddito minimo garantito. Introdotto dal Governo Conte I, tale misura, in questi 3 anni di vita, ha subito numerose modifiche, critiche e tavolta scandali da individui che lo percepivano impropriamente.

Recentemente c’è stata un’iniziativa promossa dal senatore Matteo Renzi per smantellare il sussidio statale finito di recente nell’occhio del ciclone per la crisi di manodopera stagionale: “Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme. Ma vogliamo soprattutto cambiare il mondo del lavoro per i più giovani”. 

Un’iniziativa a cui Renzi ne parlava da almeno un anno, e che ora forse si potrà concretizzare. La causa belli sarebbe stata l’ennesimo allarme per mancanda di manodopera e forza lavoro per colpa del reddito: “L’ultimo lamento è arrivato dal Veneto, dove però nei primi due mesi di quest’anno solo 28.600 famiglie hanno ricevuto il sussidio. Un impatto sensibile sull’offerta di lavoro va escluso, anche perché il beneficio medio in Veneto quest’anno è stato di 502 euro al mese. Una cifra che non rende certo poco appetibile uno stipendio, se congruo.”- scrive ilFattoquotidiano.it. Per venire incontro a questo problema, sono state anche proposte soluzione “intermedie”, come il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha proposto di recente di ridurlo al 50 % per chi accetta o trova un lavoro o di sostituirlo parzialmente con l’erogazione di voucher (“buoni lavoro”).
Ricordiamo che nel caso tale raccolta firme andasse a buon fine (è richiesta la quota di 500mila firme), le richieste referendarie potranno ricominciare a partire da gennaio 2024:  di conseguenza l’eventuale referendum potrà essere indetto solo tra metà aprile e metà giugno 2025. Questo perchè l’articolo 31 della 352 del 1970, prevede che non possa essere depositata richiesta di referendum “nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”: l’attuale legislatura scdrà nel marzo del 2023.
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