giovedì, Aprile 25, 2024
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Referendum: la vittoria di Renzi…

Il 4 dicembre 2016, 32.851.715 persone hanno segnato la storia politica italiana. Il 59,1% ha rappresentato una vittoria politica per la maggioranza. Il No ha infatti vinto il Referendum sulle riforme costituzionali… Renzi, strumentalizzando politicamente questo evento referendario, ha, di fatto, compromesso e concluso la sua esperienza presidenziale.

MA SIAMO DAVVERO SICURI CHE RENZI HA PERSO QUESTO REFERENDUM?

Evitando analisi statistiche prive di considerazioni reali ed evidenti, è possibile. Renzi, insieme con la maggioranza del PD, ha acquisito ben il 40,9%, stiamo parlando di circa 13.432.208 persone. Risultato da non disprezzare specie se si considera la solitudine del Presidente… Esattamente. Se si paragonano gli schieramenti politici, ci si rende conto che il fronte per il No, è obiettivamente una coalizione anti-renziana, tra cui figurano, paradossalmente, anche esponenti del suo stesso partito. E’ stata questa, una battaglia Titanica. Battaglia persa, s’intenda. Il titano nella mitologia greca sfida il più potente nemico, pur consapevole della sconfitta. Così Renzi. L’aver posto sul personale questo referendum, ha infatti confermato la disfatta del Premier. Scomporre il risultato del No, per quanto impossibile, significherebbe riconoscere le varie porzioni di influenza politica. Un fronte eterogeneo, come già detto, esempio di un’ improvvisata Realpolitik tutta italiana. Dal Movimento 5 stelle alla Sinistra Italiana.

E DOPO QUESTO REFERENDUM COSA POTREBBE ACCADERE? 

Se non si vuol lasciar scorrere il tempo, ”rivelatore degli eventi”, una previsione approssimativa, ma non priva di nessi logici, si può delineare… Con due leggi elettorali differenti alla Camera(Italicum) ed al Senato(Consultellum), la governabilità sembra compromessa… Se il premio di maggioranza della prima è funzionante, la seconda legge determina una forte frammentarietà del voto… Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti preferito, in vista di scadenze politiche, temporeggiare e non prendere decisioni affrettate dinanzi ad una così irrompente questione.

 

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