venerdì, Aprile 19, 2024
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Referendum trivelle: alle 19 al voto il 23, 48%

L’ultimo dato è quello delle 19. E non è così positivo come in tanti speravano. Fino ad ora solo il 23,48% degli aventi diritto è andato a votare al referendum per lo stop ai giacimenti di petrolio e gas che, grazie alle concessioni, lavorano ancora entro le 12 miglia. Il risultato fino ad ora va a favore dei “NO”: se infatti non si raggiungesse il quorum (50% + 1 degli aventi diritto) la vittoria sarebbe di quanti hanno deciso di non fermare le trivellazioni.

Fino ad ora al primo posto si piazza Torino, con il 26,5% degli aventi diritto. Seguono poi Roma con il 24,56%, Milano 23,36% e Napoli 18,7%.  Per le ragioni, invece, il primo posto spetta alla Basilicata con il 33,26%, seguita dal Veneto, con il 28,58% e poi dalla Puglia, con il 28,28%. Per le province: Matera con la percentuale del 34,20%, seguita da Lecce con il 33,79%. A Potenza, invece la percentuale è del 32,77%.

I numeri però sono ancora troppo bassi, perché si raggiunga il quorum. Infatti, affinché il risultato del referendum venga preso in considerazione devono andare a votare 25.393.171 italiani. Un obiettivo che anche nel passato è stato difficile raggiungere: dal 1997 (con l’eccezione del 2011, per il voto sull’acqua pubblica) il quorum non è stato più raggiunto. E in più per la prima volta dagli anni 90 si torna a votare solo la domenica. Infatti negli ultimi tre referendum, quello del 2011, del 2009 e del 1999 si votava domenica fino alle 22 e lunedì fino alle 15. E anche cosi l’unico referendum in cui si è raggiunto il quorum è stato quello del 2011 sull’acqua pubblica.

In sostanza, oggi gli italiani erano chiamati a rispondere SI o NO a questa domanda: “volete che una volta scadute le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane entro le 12 miglia anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Nel caso in cui vincerà il SI le trivellazioni verranno fermate a fine concessione, altrimenti chiuderanno solo quando avranno esaurito gas o petrolio. A meno che, ovviamente, non vinca l’astensione.

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