Resta con me di Baltasar Kormákur è l’amore che crediamo di meritare

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Il regista irlandese Baltasar Kormákur sceglie di mettere su pellicola il racconto della giovane Tami Oldham Ashcraft sopravvissuta in mare per 41 giorni dopo essersi scontrata con il violento uragano Raymond.

A prestare i volti e la voce a Tami e Richard sono gli attori Shailene Woodley e Sam Claflin protagonisti di una vicenda realmente accaduta che scorre sulla pellicola con una linea narrativa abbastanza banale ma che sorte l’effetto desiderato: raccontare le vicende così come sono avvenute aggiungendovi qui e lì qualche effetto a sorpresa.

Kormákur porta sullo schermo una storia d’amore raccontata attraverso la vita di due giovani esploratori. Quello di Tami e Richard è infatti un amore così vivo e di impatto da sembrare un romanzo rosa a puntate. Lui adulto, tenebroso, navigatore di mare. Lei, giovane ribelle, scappa di casa per ritrovare se stessa e la natura.

Il mare fa da sfondo alla tragedia che vediamo consumarsi all’inizio della pellicola per poi ritornare un po’ per volta durante tutta la linea narrativa. Come a rappresentare il dondolio di una barca che ora ci culla e un attimo dopo ci spinge in mare verso una realtà che vorremmo affogare nel tepore del sole.

Tami, la vera protagonista del racconto, in seguito all’incidente che distrugge l’imbarcazione e paralizza Richard, vive 41 giorni in mare, sfruttando, quando può i venti necessari che poi la spingeranno verso le isole Fiji nell’estate del 2017.

Kormákur pone l’attenzione sulla sopravvivenza degli essere umani di fronte alla natura imperante e pacifica. Resta con me non è solo il racconto di una storia d’amore ma è soprattutto la dimostrazione di come si può convivere con se stessi, di quanto spesso ci illudiamo che la forza non arrivi da noi ma dall’altro.