giovedì, Marzo 28, 2024
Home Blog

Risposte live su facebook, interventi dell’esercito e pastorizia: il fantastico mondo del partito di maggioranza.

0

Governare l’Italia è un compito per pochi eletti (o non eletti), ti logora l’anima, ti impone dubbi esistenziali, ti spinge al forzato compromesso, a quel fastidioso ronzio che prende il nome di democrazia parlamentare, un lavoraccio. Poi ci sono i giornalisti, attenti a qualsiasi dato, magari anche competenti e indipendenti. Ma il politico novizio non si lasci intimorire, esistono realtà paradossali in cui il “buttarla in caciara” è la quotidianità e non c’è bisogno di essere competenti giuristi per dare lezioni di diritto costituzionale, non c’è bisogno di essere economisti per parlare di politica economica, solo due requisiti non devono mancare, la smisurata demagogia e la sempreverde arroganza. Una di queste numerosissime realtà è il Pd, l’amato partito di maggioranza. Nell’ultima settimana, gli esponenti di spicco si sono fronteggiati in una accesissima competizione di autocompiacimento, da far impallidire Hillary e Donald. Partendo da colui che attira su di sé la maggior parte dell’attenzione mediatica, il premier Matteo Renzi, si può dire che la serata passata davanti alle telecamere di Politics abbia ancora una volta rivelato la sua straordinaria abilità retorica. Purtroppo i giornalisti presenti, pur più preparati, cadono nel torrente di parole del politico, non riuscendo a farlo cadere e permettendogli di gestire la serata da padrone di casa, complice un quasi assente Semprini. Con la mano destra sulla tastierina di un laptop e l’espressione facciale sintetizzabile solo da Crozza il presidente ha ingaggiato un duello con Bianca Berlinguer, logorata dalla rabbia personale nei suoi confronti e quindi poco lucida. Al giovanotto di Stato viene data anche la possibilità di sfogare la propria inesauribile vena social, rispondendo alle domande rivoltegli dagli internauti e stravolgendone per propri scopi il significato, come spunto degli indubbiamente abili monologhi e permettendogli di fare facile ironia sui leit motiv dek web, come la citata pastorizia. Feltri, altro giornalista in studio, visibilmente il più documentato dei presenti, crede davvero di poter avere lo stesso spazio giornalistico degli altri ed è tradito nella sua idealistica visione da pochi minuti effettivi concessigli. Insomma, se volessimo alla maniera americana decretare un vincitore del dibattito, questo sarebbe senza dubbio il premier, abile nel glissare nel domande scomode e nel vendere i prodotti della riforma costituzionale, ribadendo più volte concetti a questo scopo utili. Dall’altro lato della barricata, il vecchio leone ferito Pierluigi Bersani sfodera la consueta grinta e indicando il Pd come la propria casa politica, evoca la Pinotti come l’unica con la reale possibilità di creare una scissione, con l’esercito. E ancora, dallo stesso lato dello schieramento, Gianni Cuperlo, dopo la direzione del partito, minaccia dimissioni in mancanza di compromesso con il premier sulla riforma, tanto mica poi si è costretti a farlo davvero. Il bilancio è presto tracciato e certificato, i sondaggisti al servizio di La7 attestano le proiezioni del si e del no al referendum come appaiate, ma con il si in crescita. Ricordi, caro novizio, demagogia e arroganza? chiamali riformismo e anche tu entrerai finalmente nel fantastico mondo.