Un intervento di routine che, però, si è trasformato in una tragedia. Margaret Spada, giovane di 22 anni giunta a Roma per svolgere un’abituale operazione al naso, è deceduta nel letto dell’ospedale, dopo la somministrazione dell’anestesia. Indagati per omicidio colposo i due chirurghi, padre e figlio.
Le dinamiche che hanno portato al decesso della ragazza di origini siciliane non sono ancora chiare. Gli inquirenti, sequestrato il centro medico di proprietà dei due imputati, non hanno trovato alcun documento che attesti la programmazione e l’effettuazione dell’operazione. Manca, inoltre, il fascicolo relativo al consenso informato sottoscritto dalla paziente. L’unica cartella clinica di cui dispongono è quella dell’Ospedale Sant’Eugenio. Margaret vi è stata trasportata d’urgenza e dopo 4 giorni di ricovero, qui il suo cuore ha smesso di battere.
A dir il vero, l’intervento non ha avuto luogo. Non appena l’anestesia locale è stata somministrata, la giovane di origini siciliane, si è sentita male. L’unica prova di quanto accaduto in quei momenti è stata fornita dal fidanzato. Il giovane, impaurito per quanto stesse avvenendo, ma lucido, ha registrato un video mentre i due chirurghi cercavano di rianimare la paziente. L’autopsia stabilita Venerdì 15 Novembre al Policlinico di Tor Vergata fornirà maggiori informazioni sulle cause del decesso.
Sono ore di sofferenza per i genitori della ventiduenne. Sconvolti, esigono spiegazioni su quanto avvenuto. La famiglia, raccolta più che mai, ha optato per la via del silenzio. Sulla questione, a esprimersi è il loro legale, Alessandro Vinci. L’avvocato riferisce che a trovare la clinica medica era stata proprio Margaret. Scrollando sulle pagine social, le sono apparsi degli inserti pubblicitari del centro medico romano.
Ha aggiunto: “I genitori sapevano dove la figlia si era recata per fare l’intervento e Margaret si era affidata ad un chirurgo italiano. Quella struttura doveva dare garanzie, toccherà all’indagine accertarlo”. La cosa assurda è che si trattava di un intervento di routine e che una ragazza di 22 anni torna a casa in una bara è inaccettabile per la famiglia”.