Ha debuttato lo scorso 28 giugno nelle sale italiane Il Sacrificio del Cervo Sacro, nuovo film del regista e produttore greco Yorgos Lanthimos con Colin Farrell e Nicole Kidman. Opera raffinata e complessa, la pellicola mescola vari stili e generi spaziando dal thriller al grottesco senza mai perdere la propria vocazione classica dichiaratamente ispirata alla struttura della tragedia greca.
Tragici e ineluttabili sono infatti gli eventi che colpiscono la placida esistenza di una famiglia borghese come tante, composta dal marito cardiochirurgo Steven (Farrel), sua moglie oftalmologa Anna (Kidman) e i due figli Bob (Sunny Suljic) e Kim (Raffey Cassidy).
L’elemento scatenante è rappresentato dal sedicenne Martin (Barry Keoghan), psicologicamente fragile e morbosamente legato a Steven nonché figlio di un suo ex paziente morto sul tavolo operatorio.
Il giovane, che inizia a frequentare la famiglia in modo dapprima mite ma poi sempre più cupo e inquietante, getterà l’intera famiglia in un incubo a occhi aperti fatto di maledizioni, rituali oscuri e un fato terribile e incontrastabile. Solo il più estremo e doloroso dei sacrifici potrà evitare lo sterminio e mettere fine al sadico meccanismo psicologico innescato dal ragazzo.
L’opera omaggia esplicitamente l’Ifigenia in Aulide di Euripide, con gli elementi della tragedia greca quali la vendetta e l’ereditarietà della colpa che irrompono nel quotidiano di un nucleo familiare come tanti, evidenziando dolorosamente come ogni essere umano sia disposto a qualsiasi cosa per la propria sopravvivenza, a discapito di ogni legame affettivo e di sangue e a prescindere dalla più o meno giovane età.
Una pellicola da cui non emergono eroi e che tuttavia non può non affascinare lo spettatore per l’alta qualità della storia e per i molti spunti di riflessione offerti.