I FATTI – Ieri sera, a seguito della vittoria del Napoli in Coppa Italia contro la Juventus, migliaia di persone si sono riversate nelle strade e nelle piazze del capoluogo campano per festeggiare la conquista del trofeo, e molte sono state le critiche ricevute per il mancato rispetto delle norme attualmente vigenti per il contenimento del Covid-19, come l’uso della mascherina o il distanziamento sociale.
Anche Matteo Salvini, leader della Lega, si è espresso in merito alla questione ai microfoni di Mattino 5 sostenendo: “Di fronte ai festeggiamenti di ieri visti a Napoli mi chiedo dove fosse De Luca. Sono contento per Gattuso e per il Napoli, ma qualcosa non ha funzionato”.
Il politico ha inoltre fatto riferimento alle numerose lamentele da lui ricevute lo scorso 5 giugno, giornata nella quale, essendo giunto a Napoli per diverse commissioni, come la visita al luogo di nascita del carabiniere Lino Apicella, era stato criticato per aver concesso foto ai passanti avvicinandosi loro a meno di 1 metro, andando contro alle regole: “Hanno rotto le scatole a me per i miei selfie con le persone e ieri c’era qualche migliaio di tifosi”.
In effetti la finale di Coppa Italia, così come le semifinali, era stata disputata in via del tutto eccezionale a porte chiuse, con tanto di pubblico digitalizzato, proprio per prevenire il contagio e non correre alcun rischio, e così l’onda di circa 5mila tifosi napoletani che fino a tarda notte ha popolato le strade della città non poteva che destare scalpore.
Numerosi, tra l’altro, sono stati gli atti criminali svoltisi durante la notte incriminata; i malviventi, infatti, avrebbero approfittato della situazione di confusione e di sovraffollamento, che non si viveva ormai dal pre pandemia, per effettuare scippi e rapine, e nella folla un uomo è stato addirittura colpito da un proiettile ad una gamba.