venerdì, Aprile 19, 2024
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Scozia, Nicola Sturgeon chiederà un nuovo referendum per l’indipendenza

La prossima settimana, la Scozia avvierà il procedimento per chiedere un nuovo referendum per l’indipendenza. E’ quanto ha annunciato Nicola Sturgeon, il primo ministro del governo locale, afferente all’SNP (Scottish National Party). Una precedente consultazione si era tenuta nel 2014 e aveva visto la sconfitta del fronte indipendentista. I “No” vinsero con il 55,3% dei voti, mentre i “Si” si fermarono al 44,7%.

Primo Ministro di Scozia, Nicola Sturgeon
Primo Ministro di Scozia, Nicola Sturgeon, fonte foto: wikimedia

Oggi, però, il contesto politico è sensibilmente cambiato, rispetto a tre anni fa. Gran parte degli scozzesi votarono contro la separazione dal Regno Unito, per non rischiare di rimanere esclusi anche dall’Unione Europea e dal suo mercato comune. Ma il referendum sulla Brexit dello scorso anno impone, secondo la leader Sturgeon, un ritorno alle urne, per far sì che il popolo scozzese decida il proprio destino. Non è da sottovalutare, infatti, che la Scozia ha espresso con forza il proprio desiderio di non abbandonare la UE. La percentuale di voti a favore per il “Remain” è stata del 62%: segnale preciso, in netto contrasto con i voti di Inghilterra e Galles (si ricorda qui che anche l’Irlanda del Nord ha votato contro la Brexit).

L’annuncio di Nicola Sturgeon sul nuovo referendum per l’indipendenza arriva poche ore prima dell’atteso via libera del parlamento britannico alla “Withdrawal Law”: la legge che consentirà a Theresa May di attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona e di avviare, così, i negoziati per uscire dall’Unione Europea.

Il periodo in cui tenere la nuova consultazione, secondo Sturgeon, potrebbe essere la fine del 2018 o l’inizio del 2019, quando i dettagli dell’accordo sulla Brexit, tra Regno Unito ed Unione Europea, saranno più chiari.

L’indipendenza della Scozia non è stata la prima opzione della Sturgeon. In un primo momento, infatti, la leader del SNP ha cercato di ottenere uno status speciale per il suo paese, cercando sia di non abbandonare la Gran Bretagna, sia di avere norme speciali, che consentissero di godere degli accordi di libero scambio europei. Una proposta, come quella del referendum, rimasta inascoltata da Theresa May, la quale, con la sua intransigenza, sta rischiando di dividere, più che di unire, il paese.

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