Dopo il successo planetario di Bohemian Rhapsody, il mondo del cinema torna a dare attenzione a quello musicale.
Ultimamente, infatti, sono tante le trasposizioni cinematografiche che vedono protagonisti vita e successi di band ed icone del rock, a partire proprio dalla pluripremiata pellicola sulla vita di Freddy Mercury ed i suoi Queen. Prossimamente, invece, uscirà nelle sale (probabilmente in versione censurata in Italia) Rocketman, biopic su Elton John; e ancora, sulla piattaforma Netflix è da poco disponibile The Dirt, che riprende la storia dei Motley Crüe a suon di sesso, droga e rock ‘n’ roll.
C’è chi si è accorto che i film del genere piacciono non solo ai nostalgici, e ha quindi deciso di tornare a parlare di qualcun altro che, nella storia degli UK e della scena punk degli anni 70, ha lasciato un segno più che indelebile.
La regista Ayesha Plunkett si è detta, infatti, piacevolmente sorpresa e shockata dalla reazione del pubblico a Bohemian Rhapsody, e per questo motivo vuole portare sul grande schermo la carriera anarchica dei Sex Pistols, la loro ascesa ed il loro declino. Protagonisti della biopic saranno più che altro i due personaggi chiave grazie ai quali si è formata la band, ovvero il manager Malcolm McLaren e la sua compagna, la stilista Vivienne Westwood.
Nei primi anni 70 i due avevano un negozio di abbigliamento chiamato Sex, punto di riferimento per tutti coloro che cominciavano ad affacciarsi a quel mondo, e che volevano quindi vestirsi in modo eccentrico e ribelle. Lo shop diventò poi simbolo della nascita proprio dei Sex Pistols: Johnny Rotten, Sid Vicious, Steve Jones e Paul Cook. I quattro – senza saper suonare o cantare – divennero da lì a poco la più grande icona del movimento punk.
Il resto è storia, appunto, ed aspettiamo di riviverla al cinema.
