venerdì, Aprile 19, 2024
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Spostamenti durante le festività, possibili ma con limitazioni

Nonostante inizialmente il Governo sembrava irremovibile sulla questione degli spostamenti durante le festività, potrebbe tornare sui suoi passi. Infatti dopo numerose lamentele lo Stato avrebbe intenzione di allentare un po’ le restrizioni precedentemente annunciate.

MISURE POSSIBILI – Non si hanno certezze sulla modalità con cui Giuseppe Conte e il suo team daranno più libertà ai cittadini. Tuttavia ci sono diverse ipotesi che il Governo sta valutando.

Prima fra tutte l’autorizzazione di spostarsi da un comune all’altro solo se limitrofi e con una popolazione che non superi i 50 mila abitanti. In tal senso si pensa anche di introdurre una deroga che possa anche permettere agli italiani di spostarsi nel raggio di un certo un chilometraggio. L’annuncio di queste due possibilità arriva direttamente dal presidente del Consiglio in persona, durante una conferenza stampa a Bruxelles.

«Se il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre qualche eccezione per i Comuni più piccoli, consentendo una circolazione in un raggio contenuto, lo faccia. Il Parlamento è sovrano». Tuttavia, continua Conte, è necessario operare con: «[…] grande cautela e attenzione» perché «se salta l’equilibrio, rischiamo di far scatenare una terza ondata di contagi».

SCARICO DI RESPONSABILITÀ – La mossa del premier, seppur probabilmente ben intenzionata, non lo è per niente secondo le Camere del parlamento. Infatti, secondo loro, si tratta di un vero e proprio scarico di responsabilità.

Inoltre tale eventuale deroga sugli spostamenti durante le festività non può essere attuata così facilmente. «Conte non conosce il timing di Montecitorio e il suo invito è inattuabile – dichiara un capogruppo della maggioranza – Il decreto con le misure restrittive per le Feste non è infatti neppure calendarizzato e non c’è tempo per modificarl. Ci sono da approvare, prima di Natale, la legge di Bilancio e il decreto Ristori. In più servirebbe anche il sì del Senato. È impossibile».

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