A seguito di numerosi interrogativi sulle restrizioni future, le risposte finalmente arrivano. La temuta proroga dello Stato di emergenza fino al 30 aprile è tra queste. Temuta in quanto molti cittadini pensavano, forse idealmente, di dirigersi verso una fase più calma e meno restrittiva. Ma purtroppo non è ancora così, vediamo insieme perché.
LE RAGIONI – Il nuovo decreto, rinviato inizialmente causa dimissioni degli esponenti di “Italia Viva” e firmato proprio ieri sera, cita testualmente: «[…] su proposta del presidente Giuseppe Conte, vista la nota del ministro della Salute e il parere del Comitato tecnico scientifico, ha deliberato la proroga, fino al 30 aprile 2021, dello stato d’emergenza. Dichiarato in conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte della Organizzazione mondiale della sanità (Oms)».
Tale scelta da parte del Governo ci indica chiaramente che la situazione attuale non è ancora sicura per la popolazione. Pertanto lo Stato di emergenza (di durata massima di 6 mesi) è stato prorogato per ben 3 volte, fino alla data sopracitata. La prima proroga risale al 30 gennaio 2020, per poi essere rinnovato il 30 luglio e il 15 ottobre fino ad oggi. La differenza sostanziale rispetto all’anno scorso è che il rinnovo non si concluderà dopo 6 mesi (quindi il 31 Luglio) come proposto dal CTS, ma qualche mese prima.
IMPLICAZIONI – Il rinvio continuo della scadenza dello Stato di emergenza permette al Governo e alla Protezione Civile di agire con più rapidità, usufruendo di poteri speciali. Una condizione necessaria al fine di mettere velocemente in atto strategie mirate a gestire eventi critici. Questo attraverso l’approvazione di leggi straordinarie per esempio, seppur in linea con le norme vigenti.
Da lì i numerosi Dpcm, che ormai conosciamo bene, che permettono di ufficializzare velocemente regole e divieti.