venerdì, Marzo 29, 2024
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Strage di Orlando, omofobia o terrorismo?

Non si sa ancora quale sia il movente. Omofobia, forse. Terrorismo, anche. Per ora l’unica cosa certa è la vita di 50 persone che va in fumo. E le ferite che segneranno per sempre il corpo delle altre 53. Omar Mateen è colpevole della peggior strage compiuta con armi da fuoco negli Stati Uniti.

Le vittime si stavano divertendo in locale gay della zona, Il Pulse. Quando Mateen è entrato come una furia e ha incominciato a sparare. Poi si è barricato nella discoteca con alcuni ostaggi, fino a quando non è intervenuta la polizia. Omar muore nello scontro a fuoco con gli agenti.

Guardia giurata, l’assalitore era un cittadino americano figlio di afghani. Da qui dalle origini della sua famiglia nasce il dubbio e la possibilità che ieri si sia compiuto l’ennesimo atto terroristico. A confermarlo sono anche le dichiarazioni postate dall’Is sul web: “Possa Allah accogliere l’eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare lo stesso”, scrivono i jihadisti. Un altro utente, invece, ha postato le foto di Mateen commentando: «Questo è l’eroe che ha ucciso 25 crociati pervertiti in un nightclub, possa Allah accettarlo tra i suoi martiri». A seguire questa pista sono anche gli agenti dell’Fbi. Già in passato L’Fbi aveva sospettato legami del killer con l’estremismo islamico. Interrogarono Mateen nel 2013 e nel 2014, ma le indagini non avevano portato a nulla.  In più, una fonte della polizia ha raccontato alla Nbc che il killer avrebbe chiamato il 911 prima della strage giurando fedeltà al Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi.

I suoi familiari, però, non credono a questa versione. L’ex moglie parla di un uomo «poco religioso». Violento si, bipolare anche, ma non così ossessionato dal Corano. Il padre Seddique Mateen – di cui pure i media riportano posizioni a favore dei Talebani – poche ore dopo la strage ha detto che un bacio tra due gay potrebbe essere la molla che ha fatto scattare la rabbia: «Il movente religioso non c’entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell’America».