venerdì, Marzo 29, 2024
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Suburra: Roma come non l’avete mai vista

“Noi abbiamo avuto il privilegio di nascere a Roma, e io l’ho praticata come si dovrebbe, perché Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi.” Così diceva il grande Alberto Sordi nell’intervista di Roberto Rotondo. Siamo abituati a vedere questa città in tutto il suo splendore, intensità e immensità. Siamo abituati alla cultura che sprigiona, alle tante cose da vedere. Io stessa quando mi trovo nella città eterna penso sia priva di difetti; e qui mi sbaglio alla grande. Nessuna città è perfetta, nemmeno Roma.

Qui entra in gioco Suburra, la prima serie tv italiana targata Netflix. Suburra mette a nudo l’altra faccia di Roma, quella sporca, con gli zingari, la criminalità organizzata, la droga e la morte. Questo gioiellino è stato rilasciato il 6 ottobre sulla piattaforma streaming e chi abbia voglia di intraprendere un viaggio diverso, reale, non basato sulle favole a cui siamo abituati, dovrebbe iniziarla.
Passiamo alle cose formali: lo show è diretto da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. Il cast è formato da Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Acquaroli e Adamo Dionisi. La prima stagione è composta da dieci episodi.

La trama, apparentemente semplice, si basa sulla criminalità di Roma. Samurai (Francesco Acquaroli) è un famoso criminale italiano, in contatto con la mafia del sud e con il compito di mantenere la pace tra le diverse famiglie delinquenti della Capitale. Aureliano Adami, Spadino e Lele, provenienti da nuclei familiari diversi, si ritroveranno a collaborare insieme per far cadere l’impero di Samurai e dimostrare di valere tanto quanto i capifamiglia.
In conclusione “Roma non si governa, al massimo si amministra” afferma Cinaglia; una frase che racchiude tutto il senso di questo show.