“Luna Nera” è l’ultimo singolo di Tatum Rush, visionario artista e producer di origini italo-svizzero-americane. Abbiamo parlato con lui al telefono per farci raccontare qualcosa sul suo percorso e sui vari modi in cui esprime il suo essere artista.
Ciao Tatum, complimenti per il tuo nuovo singolo “Luna Nera”! Ti va di raccontare ai nostri lettori il tuo progetto artistico?
“Luna nera” è una continuazione logica di quello che ho sempre fatto da quando ho cominciato a fare musica, dall’adolescenza in cui la musica era il mio unico scopo, spaziando dal jazz e in altri generi musicali e piano piano è evoluta passando per molte forme. Questa è l’ultima forma del mio progresso musicale.
Come si è evoluto il percorso della scrittura due tuoi pezzi? Prima scrivevi in inglese, com’è avvenuto il passaggio all’italiano?
Il mio progetto è nato in inglese, da quando ho cominciato ho sempre scritto in inglese anche perchè è la mia seconda lingua madre, avendo studiato a Ginevra, poi essendo stato a Berlino e viaggiando molto, l’inglese era la mia lingua prediletta. Ad un certo punto ho iniziato a scrivere in italiano e questa cosa mi ha svegliato da una sorta di automatismo.
Cosa vuoi trasmettere con i tuoi pezzi?
Quando scrivo il pezzo deve creare un’emozione in me. Poi quando penso ai pezzi che mi piacciono tantissimo sono dei pezzi che mi aprono delle memorie o delle sensazioni, dei luoghi mentali. Quando senti quel pezzo il tuo umore cambia, mi piacerebbe che le mie canzoni potessero avere quel potere.

Com’è stato realizzare il videoclip di “Too late” a Rio de Janeiro e perchè la scelta di questa location?
Ho trovato dei biglietti dalla Svizzera e siamo partiti un po’ come per una pazzia, poi è venuta l’idea di fare il video. Abbiamo organizzato tutto a distanza, contattando su Instagram il regista, la ballerina ecc. e poi l’abbiamo realizzato. Avevo le idee molto chiare, volevo unire Rocky Balboa e Flashdance, poi è uscito piu ricco di ciò che immaginavo!
Che rapporto c’è per te tra musica e viaggio?
Adoro viaggiare, non come turista ma per fare delle cose, per dei progetti o lavori. Ho viaggiato molto per vari motivi ed è diverso il viaggio di piacere da quello che devi fare perché devi fare qualcosa. Quello è quello che mi ispira e che ispira la mia musica, ti ritrovi in situazioni, conosci persone e questo ti apre la mente. È come un album fotografico di sensazioni e suoni ed emozioni che si riempie ogni volta che viaggio. Aiuta molto a scrivere. È difficile scrivere delle canzoni se si sta a casa. Io poi cerco di scrivere in modo molto fotografico, un po’ come delle scene di film.
A proposito di film, qual è il tuo rapporto con la cinematografia? I tuoi videoclip sono sempre molto artistici
Io ho studiato belle arti, arte contemporanea.. lavoro con diversi medium. La musica è la cosa che faccio da più tempo ma ne faccio molte altre, faccio video, scrivo e mi esprimo su diversi medium. Per me musica è immagine e immagine è musica, sono un tutt’uno. Quando scrivo una canzone mi immagino già cosa vorrei vedere, canzoni e video sono quasi concepite insieme. Per me funziona cosi, traduco l’opera in più ambiti e poi lavoro con altri e collaboro per realizzare le mie idee.
Ti abbiamo sentito live in Triennale per il Festival Mi Manchi, com’è stato poter suonare i tuoi pezzi finalmente davanti ad un pubblico?
In Triennale è stato un sogno di una notte di mezza estate, è stato letteralmente quello. Sapevo che era un posto bello, una bella atmosfera ma la realtà ha superato totalmente le mie aspettative. Tutto magico, la location, la gente e la connessione che c’era.
In quel live hai fatto anche la cover di “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti, com’è nata questa idea? Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
È un’idea di Ceri, io il pezzo lo conoscevo perchè lo ascoltava mia madre anni fa, poi l’ho riscoperto e ho riscoperto tutta quella vena disco italiana anni ’70… mi piace molto Giorgio Moroder e altre cose di quegli anni. Adoro la musica degli anni ’60, ’70, ma anche ’50, ascolto musica italiana anche precedente.
Parlando invece di collaborazioni, recentemente hai realizzato un pezzo con Laila Al Abash. Quali sono altri artisti con cui vorresti collaborare e che stimi particolarmente?
Una collaborazione è molto importante per i miei prossimi passi, è già fatta ma non posso ancora rivelare con chi… Sicuramente stimo tutta la quadra Undamento! Poi LA NIÑA, trovo molto interessante il suo progetto. Io poi ho imparato ad apprezzare la musica italiana grazie a Davide Panizza, Pop X, che è anche un amico, ci conosciamo da anni. Abbiamo anche già fatto una canzone insieme ma mi piacerebbe scrivere una canzone con lui. Pensando a qualcuno di internazionale direi Bonnie Banane, un’artista francese che adoro e mi piacerebbe fare una canzone con lei. Anche con Ariana Grande, la adoro.