Impazza il toto-Moratti: torna o torna, accompagnato o da solo? Sono mille le domande che turbano i nerazzurri nel loro percorso verso uno spiraglio di luce calcistica. L’incertezza nella guida societaria è stato probabilmente uno dei grossi handicap dei nerazzurri negli ultimi anni, a tratti spaesati come in una selva oscura, dopo i fasti ubriacanti post-Triplete. Le continue voci, rilanciate con forza dalla “Gazzetta dello Sport” certamente non aiutano i calciatori, ai limiti tra la depressione e la svogliatezza, il dramma sportivo e l’inefficacia delle prestazioni sul campo.
L’Inter è una bambola tirata da due bambini capricciosi, uno aggrappato ad un braccio, uno all’altro: alla fine si spezzerà se non si troverà un accordo. Azionariato d’elite, ritorni in grande stile e Moratti che domina, il papà dei tifosi, chè tanto ci pensa lui a mettere le cose al loro posto. Tutte favole o solide realtà? Dominano le smentite, l’Inter sembra sempre più orientata a proseguire con un timoniere asiatico, pronto a traghettarla verso nuovi successi. Il progetto non tramonterà, Thohir resterà e Mancini cercherà di guidare i nerazzurri verso un futuro man mano più lieto. I tifosi non riescono più a sopportare una creatura sbiadita e svuotata, una squadra confusa e senza passione, un club privato della propria identitè. Basta alle voci inefficaci, è ora di far parlare il campo e godersi i primi frutti del progetto: la rivoluzione, così come l’attesa alba, avrà il fuso orario del Sol Levante.
