Fresco d’uscita 23 6451, l’album esordio di Tha Supreme. Classe 2001, nome d’arte di Davide Mattei è il possibile, nuovo erede, della scena rap italiana. A soli 18 anni chiude un album che contiene collaborazioni fenomenali. Salmo, Nitro, Nayt, Lazza, Fabri Fibra, Dani Faiv, Mahmood, Gemitaiz e Madman presenti.
Tha Supreme, cresciuto nei dintorni di Roma, ha cominciato come molti altri suoi coetanei, affascinato dalla scena rap, a condividere video su youtube che hanno da subito trovato grande approvazione del pubblico. Nasce come producer e a soli 16 anni, viene chiamato da Salmo che, stupito dalle sue capacità di basi strumentali, lo volle nella produzione della sua traccia Perdonami. Da lì una discesa di approvazioni che lo hanno portato fino ad oggi con l’uscita di 23 6451.
I suoi primi singoli usciti hanno generato il panico, positivamente parlando, portandolo in poco tempo ad avere una forte approvazione. Insomma, un esordio niente male. Per promuovere l’uscita del disco, due avatar fisici posizionati nelle due stazioni di Milano e Roma. Un vero e proprio raduno di fan che hanno aspettato insieme l’uscita del disco.
Dove il genio di Tha Supreme
A primo impatto un disco sicuramente concepito per le nuove generazioni, dal linguaggio criptico, tipico degli adolescenti (come si può sentire nella traccia Scuol4, che racconta le esperienze tra i banchi dove alcune parole sono addirittura poco chiare all’ascolto) alle immagini dei suoi videoclip che raffigurano il suo avatar a mo’ di cartone animato. Insomma un salto generazionale che sicuramente sarà di più difficile comprensione per gli adulti, che per l’occasione dovranno immergersi nella realtà giovanile.
Un album generazionale che tocca tematiche tipiche di un adolescente, ma in maniera del tutto alta, non da primo album che passerà inosservato. Si basti pensare alla tensione mediatica generata nei giorni prima e il giorno stesso dell’uscita riunendo insieme centinaia di persone.
Un album dal titolo enigmatico, 23 6451 che parafrasato, sostituendo le lettere dei titoli delle tracce, genera: LE BASI. Proprio così un disco che mette le base, una prima prova che ha scelto per l’occasione basi di cemento. A primo ascolto caotico ma decisamente geniale. Genialità che ritroviamo anche nelle alte capacità di produzione delle tracce. La percezione che si ha è infatti quella di un mondo incasinato, tipico di un adolescente. Suoni e colori, parole non del tutto comprensibili che si amalgamano in un lavoro strumentale di alta classe. Insomma un esordio che ha sapore di successo, con delle premesse che sicuramente gli garantiscono un posto nella scena rap italiana presente e chissà, futura.