giovedì, Aprile 25, 2024
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Trasporti in tempi di COVID, la problematica della capienza dei mezzi

Il recente DCPM ha fatto molto parlare di sé. Non tanto per i provvedimenti, in parte prevedibili, ma per i trasporti. Questo perché non vi è stato nessun cambiamento rispetto a prima, in particolare riguardo la capienza dei mezzi.

RIDUZIONE DELLA CAPIENZA POSSIBILE? – Con le scuole che hanno ripreso e le persone che si spostano continuamente per lavoro, la situazione sta diventando molto difficile. La capienza massima di passeggeri che possono salire è rimasta fissa all’80%, tuttavia si tratta di una soglia che sarebbe spesso superata. Soprattutto nelle ore di punta, durante le quali appunto il traffico aumenta.

Ecco perché alcuni esperti, tra cui la sottosegretaria di Stato al ministero della Salute, Sandra Zampa, hanno proposto soluzioni alternative. Quest’ultima infatti dichiara:

«La questione dei mezzi pubblici fa anche a me personalmente abbastanza impressione. Discuto tutti i giorni con persone che se ne occupano, c’e’ da parte delle amministrazioni locali una enorme difficoltà ad aumentare il numero di corse, forse qualche volta ci vuole anche un po’ più di buona volontà. Dobbiamo fare tutti uno sforzo in più. Oggi sul limite di capienza all’80% non c’è neanche il controllo, proviamo a scendere al 70% però controllato. Vogliamo aumentare del 10-15% le corse? Possiamo immaginare convenzioni con società di trasporto privato? Orari sfalsati di ingresso a scuola?»

IL RISCHIO – Tuttavia, un tale cambiamento per i trasporti potrebbe comportare non pochi problemi, come affermato dall’ufficio studi dell’Asstra.

«Se si verificasse una riduzione ulteriore del riempimento dei mezzi, attualmente consentito all’80%, risulterebbe difficile per gli Operatori del Tpl continuare a conciliare il rispetto dei protocolli anti Covid-19 e garantire allo stesso tempo il diritto alla mobilità per diverse centinaia di migliaia di utenti ogni giorno, con il conseguente rischio di fenomeni di assembramento alle fermate e alle stazioni – Inoltre – Ipotizzando che l’utenza trasferisca le proprie abitudini di mobilità dal mezzo pubblico all’autovettura, si potrebbero generare da oltre 42mila a oltre 250mila spostamenti in auto in più ogni giorno solo nelle ore di punta mattutine».

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