Era il mese di aprile quando l’annuale classifica stilata da Reporters sans Frontieres poneva la Turchia al 151° posto su 180 in materia di libertà di stampa. Questa informazione dovrebbe bastare per rispondere a chiunque voglia tentare l’azzardata associazione mentale tra la violenta censura operata dal Presidente Erdogan e il tentativo di golpe fallito, che si sarebbe verificato solo il 15 luglio. Quella data, però, ha rappresentato il pretesto per acuire una repressione già in atto, giustificata il più delle volte con l’accusa di “insulto al Presidente della Repubblica” o “terrorismo”.

Gli ultimi mesi hanno visto decine di migliaia di giornalisti turchi finire nel mirino del Governo, ed è di appena due giorni fa il decreto, pubblicato in Gazzetta ufficiale, che annunciava la chiusura di 15 tra giornali, riviste e agenzie di stampa, in maggioranza con sede nel sud-est del Paese, zona a maggioranza curda. Ad oggi, restava attivo in Turchia un unico quotidiano di opposizioneCumhuriyet, un progetto editoriale indipendente, considerato bandiera del giornalismo laico e famoso per le sue posizioni di centro-sinistra; è noto da questa mattina, che anch’esso è oggetto di indagini per verificare presunti legami con l’imam Fethullah Gülen, identificato come la mente del tentato colpo di Stato.

Repubblica segnala l’arresto del direttore del giornale Murat Sabuncu e il mandato di cattura per 13 reporter. Attualmente l’amministratore editoriale sembra essere ricercato e le abitazioni di Akin Atalay, presidente del Consiglio di amministrazione, dello scrittore Hikmet Cetinkaya e del vignettista Musa Kart sarebbero state perquisite.
Non è la prima volta che Cumhuriyet deve fare i conti con la censura: l’ex direttore, Can Dundar, fu condannato a cinque anni e dieci mesi di carcere per aver pubblicato la notizia di un camion dell’intelligence di Ankara adibito al trasporto di armi in Siria. Per lo stesso motivo era stato incarcerato anche il capo della redazione di Ankara, Erdem Gul.

La notizia della rinnovata pressione del Governo sul quotidiano ha animato una manifestazione di protesta che si è tenuta questa mattina davanti alla sede della redazione, in sostegno dei giornalisti arrestati.