sabato, Aprile 20, 2024
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Tutti Fenomeni: Merce Funebre – recensione

Dalla filosofia alla Dark Polo Gang, il nuovo album di Tutti Fenomeni è il giusto compromesso che stavamo aspettando. Un cantautore post-moderno, un Battiato cresciuto nell'era della trap.

Fresco d’uscita il primo disco di Tutti Fenomeni, Merce Funebre per 42 Records e Sony Music. Tutti Fenomeni, nome d’arte di Giorgio Quarzo che con l’eccellente produzione di Niccolò Contessa (I cani) ha portato a termine un lavoro assolutamente da non sottovalutare in questo momento storico musicale. Dal 12 marzo sarà in tour nei club, partendo dal Monk (Roma).

Giorgio Quarzo inizialmente collocabile nel mondo trap, torna con un album oltre le aspettative che fa cadere tutte le certezze. Insomma un disco che di questi tempi fa da giusto collante e sgretola le convinzioni di molti che tendono a categorizzarne i generi. Non ci resta che far partire la prima traccia e analizzarlo.

Tutti Fenomeni tra passato e futuro:

Ciò che resta in testa al primo ascolto è una serie confusa di parole, citazioni letterarie, filosofiche, linguistiche e ancora riferimenti politici e alla società. Poi ci si concede un secondo ascolto e il mondo che ti si apre davanti è infinito; difficile star dietro a tutti i riferimenti all’interno delle strofe ma con un po’ di abilità e immaginazione tutto è possibile.

11 tracce introdotte dalla prima, Marcia Funebre, una vera e propria traccia dalle sonorità tetre e tristi a mo di marcia da funerale appunto. Segue Valori Aggiunti, un invito ad aggiungere valori ove possibile. Il tutto mixato tra gerundi, poeti morti, aperitivi e politici. “Non voglio più studiare dai riassunti” e “andiamo a fare il mondo bello” la sintesi tematica di questa traccia. Poi arriva Metabolismo, una critica velata al mondo di oggi troppo falso e molto arrivista, che ha un metabolismo che il più delle volte si inceppa. “Mi sono prostituito come la scienza e l’industria, se non ti spogli non puoi dare l’esempio” / “competitivo, non puoi vincere il campionato perché è già deciso” / “Se la cuoca è bella sarà tutto buono”. Si continua con Mogol, il grande Mogol e con la Filosofia, una sorta di “critica alla ragion pura” contestualizzata sempre nella società attuale: “L’unica filosofia che studi sono i milioni in banca di Jovanotti”. Segue Marcel “Libri di Proust accanto al Bidet” e Qualcuno che si esplode. 

Dopo la parentesi polemica alla società arrivano anche brani legati in qualche modo all’amore come Reykjavik, Diabolik, Hikmet. La conclusione è appositamente affidata a Trauermarsch, che in tedesco significa appunto “marcia funebre”; un brano che fa da spartiacque e sgretola le certezze un po’ come Tutti Fenomeni ha fatto con il disco.

Niente potrebbe essere reale, tutto potrebbe essere solo frutto della vostra immaginazione. Quindi non resta che ascoltare Marcia Funebre di Tutti Fenomeni e decidere da che parte stare.

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