giovedì, Marzo 28, 2024
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Ultima Generazione, continuano le proteste degli attivisti

Dal 2021 Ultima Generazione si presenta come una “campagna italiana di disobbedienza civile nonviolenta” che chiede al Governo “misure urgenti contro il collasso eco-climatico”; nello specifico interrompere “la riapertura delle centrali a carbone dismesse”, la cancellazione del progetto di “nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale” e l’incremento dell’uso di energia solare ed eolica con la creazione di nuovi posti di lavoro nell’ambito dell’energia rinnovabile. L’urgenza di queste misure è indiscutibile. Ma ciò che indigna gran parte dell’opinione pubblica, compresi giovani coetanei dei manifestanti, è la modalità con la quale si animano le varie proteste: dall’occupazione delle strade al quasi danneggiamento di opere d’arte, passando per gli scioperi della fame.

Solo nella mattinata di oggi è stata bloccata una carreggiata della Tangenziale Est di Roma, all’altezza di viale Somalia; contemporaneamente, sempre nella Capitale, è stata gettata della zuppa contro il quadro Il seminatore di Van Gogh, conservato a Palazzo Bonaparte. Quest’ultima azione riprende l’analoga protesta, dello scorso 14 ottobre, organizzata dai manifestanti di Just Stop Oil – fanno parte della rete internazionale A22 Network – ai danni del celeberrimo dipinto I girasoli dell’autore olandese.

Su quanto accaduto a Roma si è espresso il neo Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con parole condivisibili: “Attaccare l’arte è un atto ignobile che va fermamente condannato. La cultura, che è alla base della nostra identità, va difesa e protetta, non certo utilizzata come megafono per altre forme di protesta. Peraltro, il nostro patrimonio culturale va tutelato proprio dalle conseguenze del cambiamento climatico. Questo ennesimo gesto non può quindi passare come una legittima espressione di protesta.” [fonte adnkronos]

Bisogna considerare che i promotori delle proteste sono quasi tutti giovanissimi: in loro germinano la vitalità, la sana incoscienza, la ribellione, l’irriverenza, l’eccesso, la sincera spontaneità. Affinché si possa sperare di ottenere un qualche tipo di risultato, ogni gesto deve essere supportato dalla convinzione e dal pensiero, e compiuto con vigore plateale, mettendo in conto il rischio di ricevere multe salate o di trascorrere giorni ‘al fresco’.

Di contro, viene in soccorso Carmelo Bene, genio del secondo Novecento, il quale scrisse su L’Europeo, nel lontano 1968: “Se si vuole davvero cambiare qualcosa, bisogna cominciare a cambiare sé stessi, andare contro sé stessi fino in fondo. Il massimo impegno civile è l’auto-contestazione”. A che punto questi giovani sono in grado di fare dell’autocritica mantenendo il confronto attivo con la complessità dell’altrui pensiero, in una cornice forse più articolata di quanto si possa immaginare?