venerdì, Marzo 29, 2024
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UNHCR denuncia oltre 700 dispersi in mare negli ultimi tre giorni

L’agenzia di monitoraggio dei diritti umani delle nazioni unite rende noti i dati degli ultimi naufragi in mare. In meno di 72 ore , secondo i dati raccolti sarebbero almeno 700 i  dispersi in acque comunitarie provenienti dai vari scenari di guerra. I maggiori controlli applicati dal governo Turco , specie al confine Siriano , non sembrano riuscire a fermare il traffico di esseri umani. Le imbarcazioni cariche ben oltre la loro effettiva capienza continuano a salpare da porti resi franchi dall’anarchia, basti pensare che dalla sola Libia parte ben oltre la metà dei barconi , di questi quasi tutti si dirigono verso le coste Greche , come avviene oramai da anni. Con l’arrivo della stagione estiva si preannuncia un ovvio aumento del fenomeno migratorio, con il coincidere dell’innalzamento positivo della media delle condizioni climatiche e marine , il numero di sbarchi aumenterà. Le violazioni dei diritti umani si ripetono frequentemente e senza che la comunità internazionale riesca a fare altro se non documentarsi e denunciare. L’ organizzazione dei medici senza frontiere , che spesso è la prima ONG ad offrire cure mediche immediate , denuncia il fatto che molto spesso i migranti “indossano” sulla propria pelle i segni delle violenze subite. In particolare molte donne , a seguito di specifiche visite mediche , risulterebbero essere state stuprate, l’ultimo caso solo poche ore fa. A Palermo l’ultima vittima sarebbe una ragazza minorenne, rimasta incinta del suo aguzzino. Le scelte politiche dell’unione Europea rivolte al tentativo di bloccare le partenze , rinforzando la politica delle frontiere in stati strategici, probabilmente si dimostrerà insufficiente, oltre che moralmente discutibile su diversi punti di vista. Anche quando i migranti riescono, dopo peripezie e soprusi oramai noti a giungere su coste Europee , spesso vengono confinati, respinti, per  loro nel migliore dei casi si aprono le porte della burocrazia Continentale. Gli accordi sulla redistribuzione stentano a partire viste le diverse resistenze nazionalistiche, l’Europa , più volte invocate, riconferma una evidente carenza di politiche comuni.