martedì, Aprile 16, 2024
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Università: 20 anni per rientrare dalle spese degli studi

Secondo la ricerca University Report 2016 condotta dell’Osservatorio di JobPricing gli studenti italiani impiegano dagli 11 ai 20 anni per recuperare gli investimenti fatti nell’università.
Dall’indagine ne escono vincitori gli atenei privati, una volta terminati gli studi, gli studenti guadagnano in media il 17% in più dei colleghi provenienti da istituti statali. Ampio il divario tra Nord-Sud: i laureati delle università settentrionali hanno stipendi più ricchi del 15% rispetto a chi ha studiato nel Mezzogiorno.
I professionisti che hanno curato il rapporto, tramite un indice denominato “University Payback Index”, hanno quantificato il numero di anni necessari per ripagare le spese sostenute durante gli studi.  In prima battuta sono stati considerati i costi universitari (tasse d’iscrizione e materiale didattico) e poi il beneficio economico derivante dal possesso di un titolo di studio universitario. Tra i 40 atenei italiani presi in considerazione,la maglia nera spetta agli atenei del sud: a Messina gli studenti impiegano 20,9 anni per rientrare dalle spese, 20,7 anni per l’Università Parthenope di Napoli e 19,5 a Cagliari. Tre università milanesi guadagnano invece le prime posizioni: i laureati del Politecnico, della Bocconi e della Cattolica, impiegano tra gli 11 ai 14 anni per recuperare i costi.

Ma quanto guadagnano i laureati degli atenei privati rispetto a quelli pubblici?
Secondo la ricerca “l’aver frequentato un’università privata dà un ritorno economico superiore del 17% rispetto all’aver frequentato un’università statale, e del 4% rispetto all’aver frequentato un politecnico”. In particolare, i laureati di un ateneo privato, guadagnerebbero in media 45mila euro lordi l’anno, che scendono a 43mila nel caso dei politecnici e 38mila per gli istituti statali.  A dominare la classifica, infatti, sono gli studenti dell’Università Bocconi, che arrivano a retribuzioni medie di oltre 34mila euro lordi l’anno. Seguono il Politecnico di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Luiss di Roma, tutte con valori annui superiori ai 30mila euro. In fondo alla classifica stanno le università di Messina, Cagliari e Bari, con stipendi tra i 26mila e i 27mila euro.

Ma quello che emerge dalla ricerca, nel divario tra pubblico e privato, non è solo la elevata retribuzione. Il dato che premia gli atenei privati è rappresentato anche dalla crescita consistente dello stipendio nel corso della carriera lavorativa. Al primo posto ci sono i laureati alla Luiss Guido Carli, che mediamente raddoppiano la loro retribuzione al raggiungimento ai 50 anni di età (+101%), seguiti dai “bocconiani” con un +98%.

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