Gli Stati Uniti e la Russia concordano sulla necessità di una soluzione pacifica per la crisi in Venezuela: è quanto emerge a seguito dei primi colloqui sulla crisi nel Paese sudamericano con rappresentanti russi che si sono tenuti a Roma. Il rappresentante speciale degli Usa per il Venezuela, Elliot Abrams, ha definito “positivi, seri e sostanziali”, i confronti degli scorsi giorni con la delegazione Russa.
“L’unico punto di disaccordo che abbiamo con l’Italia in merito al Venezuela concerne il mancato riconoscimento di Juan Guaidò come presidente”, ha dichiarato Abrams, “ma su molti altri punti concordiamo”.
Lo scorso 18 marzo Abrams ha incontrato a Roma anche il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Pietro Benassi. “Non stiamo cercando di fare pressione sul governo italiano perché riconosca Guaidò quale legittimo presidente del Venezuela”, ha aggiunto Abrams.
“È stato utile per noi capire che la Russia vede come molto seria la crisi in Venezuela, a differenza di Maduro, in particolare dal punto di vista economico e umanitario”, ha proseguito Abrams, sottolineando l’utilità di tali incontri affinché “entrambe le parti giungano a una migliore comprensione delle posizioni reciproche”, anche in considerazione dei vari punti di disaccordo presenti tra Mosca e Washington.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che è in fase di valutazione ogni possibile opzione sul futuro del Paese, ma Abrams ha ribadito a più riprese che gli incontri dei giorni scorsi non sono da considerarsi come un negoziato: “Non negoziamo con la Russia o con altri le sorti del Paese. Il futuro del Venezuela lo scelgono i venezuelani”.
Il dipartimento al tesoro americano fa intanto sapere che gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro il Venezuela, colpendo stavolta la società mineraria controllata dallo Stato e vicina al regime di Nicolas Maduro.
