sabato, Aprile 20, 2024
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Verissimo, le rivelazioni di Paola Caruso sul figlio: “Un dolore così solo una mamma lo può capire”

Paola Caruso racconta a Verissimo il dramma che sta vivendo con suo figlio, il quale dovrà portare un tutore per sempre

Paola Caruso ha rilasciato una lunga intervista a Verissimo da Silvia Toffanin e ha parlato del dramma che sta vivendo con suo figlio Michele, il quale ha soli 4 anni. Il bambino, infatti, è stato vittima di un drammatico episodio che ha compromesso la sua salute. Ecco cosa è accaduto e le parole di mamma Paola.

Il dramma in Egitto

Paola e Michele si trovavano a Sharm el Sheikh, in Egitto, quando è iniziato il dramma. Il bambino lamentava un po’ di febbre che non si abbassava nemmeno con le medicine, così la Caruso ha pensato bene di portarlo da un medico. Quest’ultimo, visitato il piccolo, ha prescritto delle punture per la febbre: “Mi sono fidata, mi sono lasciata convincere. Non l’avessi mai fatto. Gli hanno iniettato un medicinale tossico, che non si inietta ai bambini. Alla fine la diagnosi è che lui ha una paresi del nervo sciatico“. 

Poco più di un mese dalla prima intervista a Verissimo, Paola è tornata in studio per raccontare alla Toffanin le novità: “No, purtroppo sono passati tre mesi dal 30 novembre 2022, data che ha cambiato la mia vita e quella di mio figlio. Abbiamo fatto la visita cruciale per capire se c’era un miglioramento. In questi tre mesi lui ha ripreso l’uso della gamba, adesso la muove. Se i nervi se hanno uno stordimento, un trauma, nei tre mesi si devono riprendere con la fisioterapia, una ripresa almeno del 50%. Questo non è avvenuto perché adesso la gamba la muove ma non ha ancora la sensibilità al lato esterno…il piede purtroppo non lo muove ancora.

La possibilità di danno permanente, dunque, è reale: “I dottori hanno detto che si sarebbe dovuto riprendere anche il piede perché il nervo è lo stesso. Essendo un bambino, cresce velocemente, quindi necessita di un tutore, senza non può stare. Quindi alla fine non è cambiato niente. Sono impazzita perché vedo che il piede non è migliorato, lui ogni giorno mi chiede se deve portare il tutore tutta la vita e io gli dico di no ma è una bugia. Un dolore così solo una mamma lo può capire. Non essendo migliorato il piede, vuol dire che il danno a mio figlio è permanente. L’unica cosa che possiamo fare è un intervento, che neanche i medici sanno se riuscirà. È l’unico caso in Italia, quindi mio figlio dovrà portare il tutore per sempre. Sono pochi a fare questi interventi.

La disperazione di Paola è evidente: Sono andata fuori di testa perché era sano. Io non riesco a perdonarmelo quel giorno in cui mi fidai di quel medico. Come dico a mio figlio di quattro anni che dovrà portare il tutore per sempre? Soffro in una maniera indescrivibile. Quello che mi fa rabbia è che non posso neanche avere giustizia nonostante le azioni legali…mi hanno rimbalzato su società egiziane”.

Stando a quanto raccontato dalla donna, una piccola speranza si trova negli Stati Uniti: “Ho parlato con dottori americani perché in America c’è la clinica migliore del mondo sui nervi, quindi a marzo andremo a fare un consulto. Ho una sola possibilità di cercare di salvarlo e non posso sbagliare di nuovo. Io mi sento in colpa, lui sta pagando una cosa che ho deciso io”.

Il comportamento del padre di Michele

“Siamo io e lui sempre, il papà mi ha fatto una telefonata due settimane fa dicendo “ah ma allora state bene, mi hanno detto che il bambino correva“. Il bambino senza tutore non cammina…la gente mi scrive che il bambino sta bene. Lui cammina sì, ma con un tutore. Non è che se sta in piedi vuol dire che sta bene. Poi lui è sparito di nuovo, volevo spiegargli che non c’è più la speranza…mi ha bloccato, non riesco a chiamarlo.

Sto aspettando almeno la sentenza di riconoscimento, così mio figlio almeno in questa cosa potrà avere giustizia. La causa in Egitto, con leggi diverse, dove parlano arabo, con religioni diverse, ho rinunciato… Io ero andata in vacanza in questo villaggio di italiani per promuovere questo posto, spero che si facciano vivi. Poi dovrei pagare tutto da sola, quindi al padre vorrei dire “mi odi? odiami, ma in un momento del genere almeno un aiuto“. La famiglia avrebbe la possibilità di fare tutto per questo bambino ha spiegato Paola Caruso. Un dramma senza fine.

Valentina Sammarone
Valentina Sammarone
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