venerdì, Aprile 19, 2024
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Sei siti su dieci al mondo usano WordPress, il Cms preferito anche dalle imprese

Si chiamano Content Management System, e possono essere considerati come i capostipiti di quel modo di considerare l’internet-computing come una risorsa di vitale importanza: proprio questi sistemi, infatti, hanno consentito il passaggio da un vecchio “concetto” di Internet a quello più evoluto del Web 2.0, che poi ha avuto esiti dirompenti fino ai giorni nostri.

La classifica dei CMS. Nello scenario attuale del Web esistono molteplici sistemi di gestione dei contenuti, che ovviamente si differenziano per strumenti, modalità e interfacce, al punto che non sempre è semplice per un’impresa o un utente “qualsiasi” scegliere una piattaforma di riferimento. Per avere un supporto in tal direzione si possono però utilizzare le statistiche sugli orientamenti a livello globale, messi in evidenza da w3techs, che redige (e aggiorna con frequenza pressoché quotidiana) la classifica dei CMS più usati al mondo.

Un’analisi dettagliata. C’è ancora qualche premessa, prima di scoprire la classifica; innanzitutto, i tecnici della società americana prendono in considerazione strumenti anche molto differenti tra di loro, come WordPress (che in prevalenza è una applicazione per blog utile per differenti obiettivi), ma anche sistemi più orientati all’e-commerce come Magento o Prestashop, CMS ideali per forum (come vBullettin), e ancora servizi online e così via. Eppure, il 52.1% dei siti web su scala mondiale non usa nessuno dei sistemi monitorati, perché fa riferimento a programmi più “piccoli” e magari sviluppati in house o su base locale.

WordPress batte tutti. Ciò detto, però, passiamo ai dati: il trionfatore assoluto della classifica dei Cms più usati al mondo resta ancora WordPress, che trova spazio sul 28,3 per cento di tutti i websites del mondo, rendendo perciò questa piattaforma leader del mercato specifico dei content management system con una quota vicina al 60 per cento. Medaglia d’argento per il concorrente più agguerrito (e similare), ovvero Joomla, che però non raggiunge neppure il 7 per cento dei siti totali, mentre a chiudere il podio c’è Drupal con il 4,7 per cento del mercato CMS.

Le ragioni del successo. La vittoria della creatura open-source di Matt Mullenweg non appare un caso, sia per le funzionalità del sistema che per le ampie possibilità di personalizzazione attraverso plug in utili per ogni tipo di necessità, non ultime quelle legate all’ottimizzazione per i motori di ricerca (come Yoast), ai blocchi per lo spam (Akismet), alla condivisione immediata dei contenuti pubblicati sui canali social e così via.

Plugin, temi e personalizzazione. In generale, la versatilità è probabilmente il maggior pregio di WordPress, che difatti viene utilizzato per pubblicare notizie e contenuti su ogni tipo di sito, dal classico blog personale alla presentazione aziendale all’e-commerce, dal portale di notizie informative al sito di annunci, grazie anche ai citati plugin e ai temi che consentono una personalizzazione quasi assoluta dell’aspetto e della gestione. Risorse che consentono di poter aprire un sito in pochissimo tempo, potenzialmente anche da chi non ha competenze tecniche.

Come scegliere WordPress. Ovviamente, soprattutto nei casi business resta preferibile e più sicura la scelta di affidarsi a professionisti per compiere le operazioni: ad esempio, la società italiana Flamenetworks offre servizi di hosting WordPress che consentono di dedicarsi in poco tempo al proprio progetto grazie all’installatore automatico appositamente sviluppato, o addirittura di procedere alla migrazione del sito Web su un altro provider in modo gratuito.

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