Ci si applica sull’omicidio stradale

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Il forum dell’Associazione sostenitori amici polizia stradale rimette in discussione l’introduzione al reata di omicidio stradale. Una risposta all’ASAPS viene dalle istituzioni nelle persone di Michele Meta e Donatella Ferranti, presidenti rispettivamente delle Commissioni Trasporti e Giustizia e della camera dei deputati. Con essi è via libera alla legge e si attende una risposta del senato per fine ottobre. Il provvediment, ricordano esponenti del PD, interviene sia sul codice penale che su quello della strada, ritorcendo sui colpevoli condanne dovute a un nuovo reato e all’applicazione di pene accessorie.

Intanto a ciò si aggiunge il divieto di riacquisire la patente dopo un certo periodo dalla revoca. Ma la vera eco è non far passare molto tempo dalla discussione in Parlamento della legge e, far sì che dunque sia prioritario l’approfondimento sul reato e accelerare l’approvazione della legge. Segnali positivi erano arrivati da Riccardo Nencini (viceministro delle infrastrutture). È così che si fa finalmente avanti un “must”, un dovere morale per la legge italiana e per la dignità di chiunque sia vittima di un reato grave tanto quanto un omicidio qualsiasi. Di questo infatti si tratta: di una grave reazione di violenza quasi gratuita, atta a svolgersi per le strade, posto in cui si passano molte ore della giornata.

E che vengono spese nella più completa sicurezza a volte, perché facciamo affidamento al codice etico delle persone che conducono un mezzo di trasporto qualunque, o che sorvegliano, (come i vigili), questo luogo, luogo di svago a volte e di “ristoro” per il proprio spirito. Camminare per le strade e condurre una passeggiata è rilassante, e lo stesso lo è per molti guidare e districarsi per le strade delle città o dei paesi. Per questo si colpisce e si ferisce la personalità di qualsiasi pedone o conducente quando si fa perdere la fiducia nella certezza di potersi muovere liberamente per le vie.